Il ministro dell’istruzione, Giuseppe Valditara, ha annunciato la riforma con le nuove indicazioni nazionali sui programmi scolastici di primo grado. “Abbiamo disegnato il cammino di bambini e adolescenti dai 3 ai 14 anni”, ha dichiarato. Tra le principali novità, l’introduzione del latino dalla seconda media, un maggiore focus sulla storia italiana e sulla Bibbia, e un approccio tradizionale verso la letteratura. Dalla primaria poi si studierà musica e si porrà l'accento sulla correttezza linguistica.
Le nuove indicazioni entreranno in vigore, presumibilmente, a partire dall’anno scolastico 2026-27.
“Dobbiamo anche coltivare la fantasia dei giovani e la loro capacità di stupirsi, senza perdere per strada la grammatica”, ha aggiunto Valditara.
Una riforma per contrastare l’analfabetismo e valorizzare le radici culturali
Presentata il 14 gennaio 2025 al Consiglio dei Ministri su proposta della commissione istituita da Valditara, la riforma della Scuola mira a contrastare l’analfabetismo funzionale. Attualmente, il 35% degli adulti, tra 16 e 65 anni, non è in grado di comprendere una frase scritta in modo semplice e breve. Per invertire questa tendenza, saranno introdotte, dal secondo anno di elementari, attività per migliorare la comprensione dei testi, anche attraverso l’apprendimento a memoria di filastrocche, poesie e haiku (componimenti brevi giapponesi).
I materiali di studio non saranno solo autori come Saba o Pascoli, ma anche testi della letteratura per l’infanzia.
Inoltre, verrà introdotto l’epica moderna: alle opere di autori come Omero o Virgilio, si affiancheranno saghe come quella di Percy Jackson e romanzi di Stephen King. Secondo la commissione, i film e i fumetti possono essere strumenti utili per migliorare la comprensione dei testi, facendo in modo che i ragazzi ne parlino con competenza e piacere.
Segue poi la reintroduzione del latino dalla seconda media. “Studiare il latino vuol dire andare alle radici della lingua italiana e del significato delle parole”, ha aggiunto Valditara.
Per quanto riguarda le superiori, sarà abolita la geo-storia, con un maggiore focus sulla storia nazionale. “L'idea è di sviluppare questa disciplina come una grande narrazione, senza caricarla di sovrastrutture ideologiche”, ha spiegato il ministro.
Sarà data grande attenzione alla storia Italiana, europea e occidentale.
Critiche e sostegni: studenti e politica
Le novità della riforma hanno suscitato diverse critiche, soprattutto da parte degli studenti. “Introdurre la Bibbia nel programma è una chiara scelta politica in linea con le idee reazionarie e conservatrici del governo”, ha commentato Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti. La Rete degli Studenti Medi ha definito la riforma ideologica e dannosa, aggiungendo: “Aspettiamo di leggere il testo ufficiale per avere un’idea più chiara, visto che nessuno ha pensato di coinvolgere studenti nella stesura di questo programma”.
Anche dall’opposizione sono arrivate delle perplessità.
Elisabetta Piccolotti, di Alleanza Verdi-Sinistra, ha definito la riforma “sconclusionata e controproducente”, sottolineando che “invece di cercare risorse economiche per migliorare le attività educative, ridurre il numero di alunni per classe e alzare gli stipendi degli insegnati, il governo preferisce lanciare idee ideologiche”. Il M5S, con toni ironici, ha paragonato la scuola pubblica a un’edizione de “Il Collegio”, con studenti costretti a vivere come se fossero nel passato. Ilenia Malavasi, del PD, ha parlato della riforma di Valditara come “un’idea nostalgica”.
Al contrario, la riforma ha ricevuto sostegno di partiti come la Lega e Fratelli d’Italia. Fabio Rampelli (Fdi), vicepresidente della Camera, ha dichiarato: “La scuola del futuro torna a centrarsi su materie classiche e umanistiche, che rendono unica la nostra nazione nel mondo”.