L'ex terrorista militante tra le file dei Nar, Massimo Carminati, saltato agli onori di cronaca per l'indagine Mafia Capitale, dovrà affrontare il processo per un giudizio immediato chiesto al Gip dalla divisione antimafia della Procura. In questo modo si potrà andare direttamente in aula. Le prove che sono state presentate dai magistrati di piazzale Clodio sono talmente schiaccianti che è stato possibile saltare le udienze preliminari.
L'indagine aveva portato alla luce la famosa 'Terra di Mezzo', raccontata da Carminati in una intercettazione: "È la teoria del mondo di mezzo compà...
ci stanno i vivi sopra e i morti sotto e noi stiamo nel mezzo … e allora... e allora vuol dire che ci sta un mondo... un mondo in mezzo in cui tutti si incontrano", una vera e propria rete criminosa, che agiva in secondo piano, infiltrandosi in appalti dell'imprenditoria romana e nelle istituzioni capitoline.
Insieme a Carminati, il capo di questa associazione mafiosa che aveva frequenti rapporti con imprenditori romani, arrivando anche nei palazzi della politica, saranno giudicate anche 34 persone tutte coinvolte nell'inchiesta: il processo inizierà il 5 novembre nel tribunale della decima sezione penale.
I reati contestati agli imputati sono di varia natura, dall'associazione per delinquere di tipo mafioso, all'estorsione, all'usura, corruzione, turbativa d'asta e riciclaggio.
Resteranno tutti in carcere per misure cautelari in quanto, con la decisione del giudizio immediato, si rinnova la scadenza della custodia che terminava oggi.
Il processo ci sarà anche per il braccio destro di Massimo Carminati, Salvatore Buzzi, presidente della cooperativa '29 giugno', il custode dei registri amministrativi dell'associazione criminale, l'uomo che in alcune intercettazioni telefoniche affermava che gli immigrati sono un mercato più redditizio rispetto ad altre attività illegali come il traffico di droga.
Chiamato in giudizio anche l'ex ad dell'Ama, Franco Panzironi, coinvolto anche lui perché ripreso in alcuni scatti mentre saluta Buzzi stringendo la mano e infila nella tasca una busta, forse contenente una mazzetta.