Tutto è iniziato a febbraio 2016, quando sono stati arrestati 4 Carabinieri del Nucleo di via in Selci, a vario titolo ritenuti responsabili del reato di peculato e associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Gli investigatori sono arrivati a questo risultato dopo aver controllato l'attività dei Carabinieri, in quel momento inseriti, in una struttura operativa dedita al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti. Insieme a loro sono stati arrestate altre 5 persone, considerate complici dei carabinieri.
Gli sviluppi della vicenda
I militari accusati di spacciare sostanze stupefacenti, sequestrate dagli onesti colleghi che intanto operavano correttamente, sono stati immediatamente radiati dall'Arma dei Carabinieri. Successivamente i Carabinieri, applicando l'ordinanza di custodia cautelare in carcere decisa dal GIP presso il Tribunale di Roma, rispondendo alla richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia - Procura della Repubblica di Roma, hanno eseguito l'applicazione della custodia cautelare in carcere, nei confronti di tre persone coinvolte nella vicenda. Salgono così a 12 le persone arrestate. Tutte quante devono rispondere delle stesse accuse.
Acquisto delle sostanze stupefacenti
Le indagini complesse e articolate hanno chiarito il ruolo avuto da alcuni personaggi di questa vicenda.
Il semplice schema attuato è stato quello di rivendere la droga presa dai quattro Carabinieri e di dare loro la disponibilità continua ad operare in questo modo. In sintesi, i militari infedeli custodivano le sostanze che venivano sequestrate durante i controlli antidroga, per poi commercializzare nuovamente lo stupefacente.
Un circolo vizioso interrotto soltanto dall'operato delle stesse forze dell'ordine.
Il nuovo esito è dovuto all'approfondimento delle indagini investigative, eseguite dagli stessi Carabinieri del Nucleo di via in Selci. Le operazioni del febbraio scorso, nei confronti dei quattro militari, sono state fondamentali per arrivare a questo nuovo risultato.