ROMA: la Capitale è stata messa a dura prova dalla neve e dal gelo, ma come se questo non bastasse, il conto che i romani dovranno pagare per questa emergenza sarà salatissimo: 500 milioni di euro. I conti, li ha già fatti il Codacons, che ha presentato alla Corte dei conti un esposto chiedendo di accertare la correttezza dell’operato dell’amministrazione della Giunta Raggi relativamente alle misure adottate per via del maltempo: dal noleggio dei mezzi spazzaneve (tra l'altro inadatti per Roma) alla chiusura di tutti gli istituti scolastici passando per eventuali sprechi di denaro pubblico.
La stima del Codacons
I 500 milioni di danni stimati dal Codacons si basano su un calcolo legato alla minore produttività di Roma ed ai danni subiti da infrastrutture romane.
L'associazione fa notare che è inconcepibile che una capitale invece di pianificare un programma d'intervento adeguato ed organizzare una task force capace di assicurare un tempestivo intervento volto ad evitare che le strade, soprattutto in prossimità degli istituti scolastici, ghiaccino, decida di firmare un'ordinanza per la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado. Questa incapacità di gestire l'emergenza, si legge nell'esposto del Codacons, "può tradursi in un notevole ed ulteriore danno all’economia e alle famiglie".
Durante questi giorni si sono utilizzati in maniera impropria i fondi pubblici. E questo, tuona l'associazione, è un fatto di assoluta gravità. Poi ricorda, citando le notizie di cronaca degli ultimi giorni, che il Comune di Roma Capitale avrebbe speso qualcosa come un milione di euro per «spazzaneve inadatti», I mezzi sarebbero stati presi in fretta e furia perché, all'ultimo minuto, l'amministrazione, si è resa conto che quelli a disposizione non bastavano.
Lo scorso venerdì, infatti, Ama ha trovato un'azienda last minute e ha noleggiato da Cuneo 30 spazzaneve.
I 5 spazzaneve arrivati dal Piemonte (gli altri 25 sono arrivati in ritardo o non sono ancora giunti a Roma) sono mezzi decisamente pesanti, perfetti per la neve ad alta quota, ma inadeguati per i pochi cm caduti in città.
Il Codacons chiede quindi alla Corte dei Conti di "verificare i fatti nel loro reale svolgimento accertando anche in che modo si sono effettivamente utilizzati i fondi pubblici e a fare chiarezza e trasparenza in modo da andare a colpire eventuali abusi".
Come 10 cm di neve hanno mandato il tilt Roma
Sono bastati solo 10 cm di neve per affondare Roma Capitale. E non si dica che si è trattato di un evento eccezionale ed imprevedibile. La capitale è andata in tilt perché la nevicata è stata "accolta" da una serie di errori e da diverse falle.
Il piano neve non ha tenuto. Forse perché quello redatto dalla Protezione civile è bloccato al 2008. Il Messaggero, in proposito, afferma "Roma non può contare su un capo della Protezione civile comunale a tempo pieno, in quanto al momento, la responsabilità risulta affidata ad interim a Diego Porta, già comandante della Polizia municipale impegnato a gestire, ogni giorno, 6.000 vigili urbani.
Pazienza se lo stesso Porta, più volte, ha fatto notare che non può occuparsi della protezione civile, anche perché non rientra tra le sue specifiche competenze.
E per questo, il vicesindaco di Roma, Luca Bergamo, in assenza della sindaca Virginia Raggi si è visto obbligato a chiedere aiuto all'Esercito e alla Protezione civile nazionale. Oltre al problema degli spazzaneve, Roma, ha avuto grane anche per acquistare il sale: neppure le 2.000 tonnellate a disposizione sono risultate sufficienti.