La sigaretta elettronica va vietata nei locali pubblici. Questo il parere del Consiglio Superiore di Sanità, che dopo aver consultato l'Agenzia del farmaco e le rappresentanze delle industrie ha inviato il suo parere a riguardo al ministro della Sanità Beatrice Lorenzin.
Secondo il Consiglio, fumare una sigaretta elettronica è pur sempre fumare, per questo andrebbero estesi anche alle e-cig i divieti che colpiscono i fumatori delle sigarette tradizionali. Il destino delle sigarette elettroniche nei locali pubblici, quindi, sembra sarà lo stesso che caratterizza le bionde tradizionali, bandite dai luoghi pubblici dal 2003.
Il divieto di "svapare" è già in vigore in Francia, dove è proibita la vendita anche ai minori e alle donne in gravidanza. Restrizioni che, secondo il Css devono riguardare anche l'Italia, dove vanno inserite "precauzioni" per l'utilizzo da parte delle due categorie dell'e-cig.
Il parere del Consiglio Superiore di Sanità non è vincolante, ma non è difficile immaginare come anche l'esempio francese a riguardo influirà sulla decisione del ministero.
Anche il Codacons, qualche giorno fa, aveva infatti richiesto, tramite una diffida inviata ai ministeri della Salute e dello sviluppo economico, di applicare il divieto di utilizzo nei locali pubblici e di effettuare maggiori controlli sui liquidi contenuti nelle sigarette elettroniche.
"La comunità scientifica - spiega il Codacons - non ha ancora raggiunto risultati certi che possano affermare con sicurezza l'assoluta non nocività dell'utilizzo della sigaretta elettronica. In particolare, sino a quando gli studi in materia di diffusione di sostanze nocive da parte delle e-cigarettes non avranno condotto a risultati certi e condivisi dalla comunità scientifica in termini di esclusione dei rischi, appare illogico considerare che il divieto di fumo nei luoghi pubblici non si riferisca, per analogia, anche alle sigarette elettroniche''.