L'anoressia è una patologia, che interessa nello specifico il comportamento alimentare, provocando la mancanza o la graduale riduzione della fame. Disturbo che colpisce 1-2% delle donne e una più bassa percentuale maschile, viene di solito imputato al desiderio di voler dimagrire, ma non sempre è vero, anche se nella maggior parte dei casi è proprio questa la causa principale.


Spesso, le cause dell'anoressia sono di natura nervosa, come il troppo stress per dirne una, o nel caso di ragazzine di età tra i 12 e i 15 anni, dalla paura di diventare grandi e il consecutivo tentativo di fermare i cambiamenti del loro fisico: seno e fianchi che crescono, rotondità che appaiono in varie zone e così via. Il solo e unico modo per poter bloccare tale trasformazione è privarsi del cibo, con la speranza che il proprio corpo resti quello di una bambina.


E questo è soltanto uno dei tanti casi di anoressia, che va spesso associata anche a sensi di colpa dovuti ad un'evento particolare: divorzio dei genitori, morte di una persona cara, perfino un'esperienza sessuale andata in maniera diversa da quanto ci si aspettava! Tali eventi infatti, provocano nella persona anoressica un senso di "colpevolezza", che porta di conseguenza ad un'auto punizione inflitta tramite la negazione di uno dei piaceri più facili da raggiungere, il cibo.


È comunque possibile riconoscere una persona anoressica e quindi intervenire tempestivamente, grazie al cattivo rapporto che questa sviluppa con il cibo e la conseguente perdita di peso, nel primo periodo può essere anche molto veloce, che può arrivare fino al 50%. Tale dimagrimento porta di conseguenza: insonnia, calo di pressione, stanchezza e improvviso blocco delle mestruazioni, cose che non sempre passano inosservate.


Riuscire a curare l'anoressia, anche se riconosciuta in tempi brevi, resta comunque un processo molto difficile: soltanto 1/3 delle pazienti affette da tale patologia riesce ad uscirne del tutto, mentre invece sono in molte a conservare un cattivo rapporto con il cibo e a morire addirittura per suicidio o malnutrizione.


Al di là del ricovero forzato in una clinica specializzata e frequenti controlli da un nutrizionista, è la terapia tenuta presso uno psicologo competente in materia a giocare un ruolo fondamentale nella cura dell'anoressia, e a scongiurare il rischio di un eventuale ricaduta.