Un nuovo allarme dal Regno Unito: alcuni batteri sarebbero immuni agli antibiotici. E pericolosi al punto da poter decimare la popolazione. 80 mila il numero stimato di persone che potrebbero essere vittime di questi potenti super batteri.

L'allarme è stato lanciato dal primo ministro britannico David Cameron. "Un ritorno agli anni bui della medicina", il suo commento. Un problema che nasce dall'abuso di antibiotici che l'uomo sta facendo in questi anni, e in dosi sempre più massicce.

Un problema di vasta portata e segnalato da un rapporto del governo britannico, precisamente dal Dipartimento per la gestione delle emergenze nazionali di Downing Street. Una vera e propria stima sul numero di vittime che l'infezione di nuovi virus potrebbe mietere, almeno fino a quando non riuscirà a sconfiggere anche questa nuova minaccia. "Senza farmaci efficaci anche le più semplici operazioni potranno essere a rischio fatale", si legge nel rapporto inglese. E tra i batteri che scaturiscono più timori quelli della escherichia coli, la Klebsiella pneumoniae e lo Staphylococcus aureus.

Si calcola che, solo oltre Manica, le vittime potrebbero raggiungere il ragguardevole numero di 80 mila individui. Queste persone sarebbero colpite da una nuova generazione di batteri, super resistenti agli antibiotici. Tanto per avere un'idea, si tratterebbe più o meno dello stesso numero di persone decimate dalla Grande peste che colpì Londra nel 1665. Ovvero un quinto della popolazione popolazione londinese dell'epoca.

Il contagio, negli ospedali. Da qui la prospettiva non troppo rosea di Cameron, di un possibile ritorno agli anni bui della medicina. I batteri segnalati come più resistenti agli antibiotici sono microorganismi molto forti. Un problema non solo inglese, ma di portata mondiale. E, in Europa, almeno secondo l'Ecdc, sarebbe l'Italia il paese in cui si fa un uso scorretto degli antibiotici. Questi microrganismi pare attecchiscano nei soggetti immunodepressi, in particolar modo. Ed è questa la causa per cui la loro diffusione sembrerebbe più rischiosa nelle unità di terapia intensiva, specialmente nei pazienti dopo gli interventi chirurgici e, soprattutto, in quelli che abbiano subito trapianti e le cui difese immunitarie sono notevolmente abbassate e, quindi, a rischio di rigetto dei nuovi organi.

3 milioni le persone che, ogni anno, si ammalano o sono a rischio negli ospedali europei. L'infezione che oggi si contrae maggiormente è quella da e.Coli. Ed è anche questo il motivo per cui i medici, con il tempo, hanno sviluppato la tendenza a far restare i propri pazienti ricoverati il meno tempo possibile.

Cosa fare? Sempre secondo quanto emerge dallo studio britannico, l'emergenza è molto difficile da gestire. L'unica cosa che al momento occorre fare, e al più presto, è potenziare la ricerca farmaceutica con l'obiettivo di individuare alcuni rimedi efficaci. E, visto che una semplice influenza può costituire una minaccia, il problema dei super batteri è da fronteggiare con estrema cautela. E immediatamente.