Le mamme durante i 9 mesi di gravidanza si sottopongono ad una lista infinita di analisi: dalle semplici analisi del sangue alla temuta amniocentesi. Si sa, le mamme farebbero di tutto per scongiurare le numerose malattie che possono colpire le proprie creature.
E se con un test clinico sul DNA dei nostri bimbi fosse possibile predire ed eventualmente prevenire l'insorgenza di future malattie? È questo un nuovo approccio, o la nuova scommessa, dei due principali ospedali di Boston: il Brigham and Women Hospital e il Children's Hospital.
Ha inizio infatti un nuovo progetto, il "BabySeq", finanziato dal National Institute of Health con 25 milioni di dollari, e che verrà condotto su 240 bambini sani della prima struttura e su altrettanti provenienti dai reparti di terapia intensiva della seconda.
Per metà di questi bambini il test andrà a ricercare 1700 varianti genetiche associate a malattie infantili, l'altra metà non andrà incontro ad alcun'analisi. I fondi al momento sono sufficienti a portare avanti lo studio seguendo i bambini fino ai tre anni di vita, ma la speranza dei ricercatori è di trovarne altrettanti e proseguire fino ai 18 anni. I primi quattro bambini, di cui tre sani, sono stati arruolati di recente, ed il gruppo di ricercatori ha ottenuto la scorsa settimana i primi dati di sequenza genomica.
Ma quale è il rapporto costo-beneficio dello screening? Questo nuovo test effettivamente può rendere la vita dei nostri bambini più sana? Per alcune malattie esistono trattamenti efficaci: un esempio è quello del tumore al colon infantile, malattia associata ad una mutazione e che se preso in tempo può essere facilmente curato.
Oltre a questo verranno ricercate varianti geniche anche per malattie che al momento non presentano alcun tipo di trattamento, quale la sindrome di Rett, una malattia neurologica che blocca lo sviluppo del bambino intorno ai 18 mesi. In questo caso il trattamento può aiutare a contrastare alcuni dei sintomi.
E allora mamme, ci tocca aspettare, speriamo meno di 9 mesi.