Robert Green, co-leader del trial clinico spiega: "Al momento non c'è consenso scientifico sulla questione se sia appropriato o utile sequenziare il DNA di individui sani. Quindi l'unico modo per prendere in considerazione l'ipotesi di rendere questo test obbligatorio è avere un enorme massa di dati che ci dicano che questo test darebbe un beneficio". Green riconosce la presenza di numerosi punti interrogativi sul come e se debbano essere usati i dati genomici in medicina: quanto è accurata l'informazione rivelata da un gene? Come si possono prevenire fraintendimenti dei dati genomici da parte dei medici e dei familiari?

L'informazione associata ad una malattia genomica determinerà un'alterazione del legame genitore-bambino? Ad esempio la predisposizione a sviluppare una disabilità può determinare nei genitori una tendenza a sottostimare le capacità del bambino? Come tutti i tipi di analisi e di screening anche questo porterà i benefici ma presenta anche rischi.

Perché i dati prodotti dal progetto BabySeq possano diventare rilevanti, i partecipanti dovrebbero riflettere le diversità presenti nella popolazione americana (per ora). Visto che al momento il trial clinico ha arruolato solo pochi partecipanti, comunque, è troppo presto per dire che i dati ottenuti possano essere rappresentativi in termini del loro background razziale, socioeconomio ed educazionale.

Green afferma che avrebbe sottoposto il proprio figlio a questo test, se ne avesse avuto uno (ormai i figli sono ormai ultraventenni). Ad ogni modo afferma: "penso che il punto principale della discussione è che possiamo parlare di un modello secondo il quale le persone possono scegliere, e molte potranno scegliere in maniera diversa per ragioni legittime".

Khoury crede che il sequenziamento genomico dei neonati non sarà disponibile a breve, neanche come scelta, e afferma: "prima vorrei portare avanti ulteriori studi. Vorrei eseguire più screening su adulti ed in primis eseguirli su adulti affetti da malattie genetiche. In secondo luogo, a seconda dei risultati ottenuti, proseguirei con lo screening sui neonati".