Alla luce del documento del 26 ottobre, pubblicato dallo IARC di Lione (International agency for research on cancer), l'opinione pubblica sembra essere caduta in una sorta di psicosi collettiva. Il documento intitolato "IARC Monographs evaluate consumption of red meat and processed meat" ha inseritole carni rosse lavorate (es. wurstel ,salsicce e carni in scatola) nella categoria 1 delle sostanze che causano il cancro. Come il fumo oppure il benzene, per intenderci. Da premettere che gli organi competenti già da tempo invitavano a fare un uso non eccessivo delle carni rosse proprio per loro ricchezza di grassi saturi e il ferro del gruppo eme: in dosi eccessive essi stimolano l'aumento di colesterolo, i livelli di insulina nel sangue e l'infiammazione del tratto intestinale aumentando il rischio di certe patologie, tra cui i tumori, in particolare quelli del colon-retto.Meno a rischio, in questa caccia alla salsiccia killer, le carni rosse non lavorate, inserire fra le 'probabilmente cancerogene'.

Condizione di allarmismo permanente

Così potremmo definire, la patologia, sicuramente più preoccupante di una bistecca alla fiorentina, nella quale l'intelligenza collettiva, pompata da un'informazione a volte dozzinale, sembra essere caduta in ostaggio. Altre volte, il seme del peccato è da ricercare nel binomio scoop-vendite: il gioco a "sbatti il mostro in prima pagina" paga, in termini di lettori-telespettatori-euro incassati. Marinella Belluati, ricercatrice presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino, haapprofondito il tema della rappresentazione mediatica del concetto di insicurezzache in maniera sintetica si può esemplificare con laperdita di punti di riferimento forti e la continua ricerca di equilibri che non possono che essere instabili.

Forse il problema è la nostra tendenza ad alimentarci male, soprattutto in termini di informazione

David Phillipsdi Cancer Research UKe membro dell' IARC, può aiutare a chiarire il tutto: lo IARC si occupa di identificare i pericoli, non di valutare i rischi. Significa che lo IARC non si occupa di comunicarci in quale misura qualcosa possa favorire lo sviluppo di un cancro ma solo se contribuisce o meno.

Per esempio, pensiamo alle bucce di banana: possono causare incidenti, ma di fatto ciò non accade molto spesso. Inoltre, il tipo di danno causato dallo scivolare su una buccia di solito non è paragonabile a quello causato da un incidente stradale.

In un sistema di identificazione dei pericoli come quello dello IARC, però, 'buccia di banana' e 'incidente d'auto' finirebbero nella stessa categoria, perché entrambi possono tecnicamente causare incidenti.Questo ci fa capire che l'informazione, passata attraverso il tritacarne mediatico e miscelata ad una vita sempre più multitasking, subisce un processo di trasformazione ben più dannoso di quello che subisce un wurstel."Il salame fa bere, bere disseta quindi il salame disseta" il famoso sillogismo di Montaigne, per dimostrare come si sragiona, sentito fra il suono di un tweet ed un clacson al semaforo potrebbe anche convincerci che il bisogno primario nel bel mezzo di un deserto, sia una fetta di salame.