Partiva sicuramente favorito Federer nella finale di ieri, primo Novembre, contro il rivale di sempre Rafael Nadal. A determinare i favori del pronostico una serie di fattori: il St. Jakob Park, in cui si giocava, si trova a Basilea, la città che ha dato i Natali a Federer; la superficie favorevole; soprattutto l'anno nero di Nadal infarcito di sconfitte pesanti, contro avversari che in passato non gli avrebbero nemmeno fatto il solletico. A dispetto di questi fattori, è stata tutt'altro che una passeggiata per l'elvetico, consideratoil più elegante nella storia del Tennische contro il suo alter ego ha dovuto faticare per fare suo l'88esimo torneo della carriera.

Roger non batteva Rafa da Indian Wells 2012

Da allora sono arrivate cinque sconfitte di fila per lo svizzero, con la miseria di un solo set vinto. Il bilancio totale resta ancora decisamente favorevole allo spagnolo (23-11), che oggi ha dato la resa, comunque vendendo cara la pelle. Dopo i due break che hanno dato il 6-3 nel primo set a Federer, il maiorchino è rimasto attaccato alla partita. Nel secondo set, Nadal ha alzato il rendimento con la prima palla di servizio (utilizzando molto bene il servizio al corpo) grazie alla quale è riuscito a gestire più tranquillamente i suoi turni di battuta. L'unico pericolo è stato superato brillantemente, annullando la sola palla break concessa, ed approfittando all'unidicesimo gioco di un passaggio a vuoto dello svizzero.

Proprio in questa circostanza si è manifestato l'evidente inferiorità psicologico che si impadronisce di Federer quando dall'altra parte della rete c'è il mancino di Manancor. Diritto a campo aperto, giocato con tutto il tempo a disposizione, messo in corridoio, che ha dato la palla break trasformata allo spagnolo.Nemmeno Djokovic, che in questo 2015 strepitosolo ha battuto in due finali Slam di fila (Wimbledon ed U.S.

Open) sembra lontanamente destabilizzare in questo modo il maestro di Basilea.

L'altro aspetto del tennis

Oltreché quello tattico, c'è un altro aspetto fondamentale nello sport che emerge in maniera molto evidente nel tennis, in quanto sport individuale: l'aspetto psicologico. Sembra chiaro che Federer quando sente il ruggito dello spagnolo dall'altra parte della rete avverte, se non paura, quantomeno soggezione.

I colpi migliori sono venuti in condizioni più favorevoli psicologicamente che tatticamente, ossia quando c'era da colpire la palla di puro istinto; in quelle occasioni abbiamo assistito a voleé vellutate ed accelerazioni fulminanti. Altrimenti, nelle fasi interlocutorie delle scambio, c'è stato qualche gratuito di troppo. Nel terzo set, il guizzo del campionissimo è arrivato solo nell’ottavo game, col break che ha deciso la partita. Il finale si è rivelato concitato, ancora sotto l'aspetto psicologico di un Federer stizzito, in quanto il giudice di linea gli ha chiamato out un ace che l'arbitroLahyani invece ha giudicato buono, facendo ripetere il servizio allo svizzerosul match point, il qualepoi ha perso il punto con uno spettacolare vincente di Nadal. Di lì a pochi secondi, il secondo match point sarà decisivo per dare comunque la vittoria a Federer. Un trionfo che mancava da tre anni.