Un nuovo caso di infezione da virus Zikaè stato accertatoe confermato in Italia,risalente allo scorso dicembre e riguardante una donna proveniente dal Venezuela, uno dei Paesi più colpitidall'epidemia. La notizia è stata riferita dalla Direzione sanitaria dell'Azienda ULSS 9 di Treviso. Invece, per quanto riguarda una donna di origini latino-americane ricoverata presso l'ospedale Ca' Foncello, è stata dimessa dopo pochi giorni di degenza e i test hanno dato esito negativo.

La vicenda della signora rientrata dal Venezuela non è isolata e sarebbe già il quinto caso accertato in Veneto, nonché uno dei nove finora riscontrati in Italia e tutti fortunatamente risolti positivamente.

Di recente anche a Roma è stato diagnosticato il contagio da virus Zikasu un italiano da poco tornato da un viaggio in Brasile.

Il piano dell'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive

L'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive "Spallanzani" ha scelto di attivare un percorso ambulatoriale incentrato sulle malattie tropicali. Il personale sanitario che si trova a valutare individui con infezione sospetta o confermata, può contattare l'Ambulatorio di Malattie Infettive e Tropicali dell'Istituto, che risulta essere anche la struttura di riferimento per il Piano Regionale Giubileo Straordinario 2015-16.

L'Onu: "Consentire aborto e contraccezione nei Paesi colpiti"

L'Organizzazione delle Nazioni Unite ha esortato i Paesi sudamericani colpiti dal virus Zika a semplificare l'accesso ai servizi per il controllo della fertilità, soprattutto per quanto riguarda l'interruzione di gravidanza e la contraccezione.

"Le norme devono essere cambiate urgentemente per garantire il diritto alla salute per tutti" ha dichiarato Zeid Ra' ad Al Hussein, Alto commissario per i diritti umani dell'Onu. Un secco "no" alla proposta di Al Hussein è arrivato dalla Conferenza Episcopale brasiliana (Cnbb), che si è detta anche contraria all'ipotesi di consentire l'aborto di feti con microcefalia provocata dal virus.

A tal proposito, il presidente dei vescovi brasiliani Sergio da Rocha ha affermato che "è davvero triste che alcuni ritengano che la soluzione in questi casi sia l'aborto di bambini con microcefalia" e che "il legame tra microcefalia e virus Zika non è neppure così chiaro".