Nell’era delle scienze “omiche”, cioè di tutte quelle scienze che si basano sul confronto di parametri biologici tra soggetti sani e soggetti malati, non poteva mancare uno studio sulle molecole anti-invecchiamento. E’ quello che hanno fatto dei ricercatori giapponesi, analizzando campioni di sangue di giovani e di anziani che vivono in una delle comunità più longeve del nostro pianeta, l’isola di Okinawa. I risultati sono stati pubblicati sul numero di febbraio della rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), primo autore Mitsuhiro Yanagida.

Lo studio ha permesso di identificare alcune sostanze presenti prevalentemente nel sangue dei giovani ed altre invece, presenti prevalentemente nel sangue degli anziani.

Moderne tecniche per l’identificazione

Grazie a moderne tecniche analitiche basate sulla cromatografia, per separare i vari componenti, e sulla spettrofotometria di massa, per identificarle in base al loro peso, è stato possibile analizzare campioni di sangue ed individuare molecole presenti nei giovani ed altre presenti negli anziani.

Sono state isolate ed identificate sette molecole ad attività antiossidanteo presentiin persone impegnate in un’intensa attività fisica, come la carnosina, la leucina, l’UDP-acetil glucosamina, l’acido oftalmico, l’1,5-anidroglucitolo eil NAD+, mentre negli anziani i ricercatori hanno trovato molecole legate principalmente al metabolismo e alle ridotte funzionalità epatiche e renali come la citrullina, l’acido pantotenico, l’N-acetil-arginina e l’N-acetil-lisina.

Questo studio è solo rappresentativo in quanto effettuato su un gruppo limitato di persone, 15 giovani – età media 29 anni, e 15 anziani – età media 81 anni, ma ha un suo valore metodologico che ha fornito dei dati importanti. Sicuramente, uno studio apripista in questo campo.

Quale indicazioni?

Lo studio dei ricercatori giapponesi non può dare delle risposte definitive, per il numero limitato di soggetti, e per la rappresentatività degli stessi – tutti residenti in un’isola e quindi caratterizzati da abitudini e da un’alimentazione non sempre ritrovabile in altri contesti.

Tuttavia la dieta dei giapponesi, non ipercalorica ma varia e ricca di fibre – verdura e frutta – ha degli elementi simile alla classica dieta mediterranea, e quindi alcune indicazioni, emerse da questo studio, possono essere valide anche da noi.

Altro aspetto importante è che in quest’isola giapponese, Okinawa, che detiene il record mondiale di centenari, alcune malattie che affliggono le società moderne come cancro e Alzheimer, hanno una bassissima incidenza.

Il prossimo passo sarà ripetere uno studio simile su altre popolazioni, dove magari la vita media è inferiore a quella giapponese e stile di vita e alimentazione anche differenti. Solo allora, se verranno confermate queste indicazioni, si potranno studiare farmaci, integratori e consigliare alimenti che possono far aumentare nella popolazione anziana quei componenti normalmente presenti nel sangue della popolazione giovane.