Perché alcuni si abbuffano regolarmente e altri si limitano a porzioni molto piccole, tipo assaggini? Probabilmente la colpa è di quello che “vediamo” nel piatto. Il nostro cervello considererà adeguata una porzione solo se questa, prima di “riempire noi” ha “riempito il piatto”. Infatti, se quello che mangiamo viene servito in piatti piccoli, sarà sufficiente una piccola porzione per riempire il piatto e appagare anche il nostro senso di sazietà. Diversamente, se quello che mangiamo viene servito in piatti grandi, avremo bisogno di porzioni superiori per appagare il nostro senso di fame.
E’ quanto sostengono alcuni autori su un dettagliato articolo pubblicato il 25 aprile su The Guardian, dal titolo “Our gigantic problem with portions: why are we all eating too much?” con una foto emblematica: una giusta porzione di spaghetti ed una palla da tennis.
Qual è la porzione giusta?
Molte volte ci si sente ripetere di mangiare di meno, mangiare con moderazione, di non esagerare a tavola. Visto che pochi si mettono a pesare quello che mettono in pentola prima e nel piatto dopo, a colpo d’occhio, qual è la porzione giusta?
Solo i bambini sotto ai 5 anni mangiano fino a quanto hanno fame, indipendentemente dalla porzione servita. Dopo i 5 anni, prevalgono i condizionamenti derivanti dal binomio occhio-cervello.
Per noi, una porzione è piccola o grande in base a delle convinzioni che derivano dalle nostre abitudini. Non ultima, dalla dimensione del piatto dove viene servita. In realtà, gli esperti dicono che noi siamo abituati ad usare piatti, ciotole e bicchieri di dimensioni troppe grandi per le quantità di alimento che dovrebbero contenere.
Solo qualche decennio fa, le dimensioni dei piatti era significativamente inferiore come è possibile vedere in qualsiasi museo o negozio di antiquariato.
Sarà capitato a tutti di andare in qualche importante ristorante e ordinare prelibato, magari della pasta con frutti di mare. Quando siamo serviti, guardiamo prima il piatto e poi il cameriere con un pizzico di disappunto.
Infatti, davanti a noi abbiamo un piatto enorme con un po’ di pasta al centro che, a colpo d’occhio, verrebbe da dire: è solo un assaggino, vero?
80-100 grammi di pasta, serviti in un piatto di piccole dimensioni ci fanno percepire di aver mangiato in modo adeguato mentre la stessa quantità, servita in un piatto grande, a vista mezzo vuoto, ci fa percepire di aver mangiato poco.
Ma è solo un problema per gli alimenti solidi o lo stesso succede con i liquidi?
Un articolo di qualche anno fa, a firma di Brian Wansink e Koert Van Ittersum, su Food Psycology, aveva dimostrato come, in un bar, adulti e bambini si lasciavano condizionare dalla forma/dimensione del bicchiere per stabilire quanto succo di frutta bere.
Così entrambi, indipendentemente quindi dall’età, se il succo gli veniva servito in bicchieri larghi e bassi ne bevevano una quantità superiore rispetto a quando, lo stesso quantitativo per bicchiere, veniva servito in calici alti e stretti.
Lo stesso accade con il vino o gli alcolici, in generale. Un bicchiere pieno trasmette al nostro cervello un messaggio di adeguatezza a differenza di un bicchiere riempito a metà.
Il consiglio è quello di scegliere piatti e bicchieri di forma e dimensione che mettano ben in risalto il contenuto, lasciando limitati spazi vuoti. Tanto, è stato dimostrato, se mangiamo bendati risolviamo il problema. Se eliminiamo il condizionamento della vista, ci limitiamo a mangiare quello che è giusto, e ci fermiamo appena sazi.