I sartani sono da anni impiegati per abbassare la pressione sanguigna. Sono antagonisti di un recettore chiamato AT1 che, se attivato, libera una sostanza chiamata angiotensina, che produce vasocostrizione e quindi aumento della pressione. I sartani – una serie di molecole/farmaci - grazie anche alla capacità di modulare un sistema complesso, incluso il controllo della liberazione di ormoni come l’aldosterone, trovano applicazione nei casi di ipertensione, di nefropatia diabetica e di insufficienza cardiaca. Ed è proprio per quest’ultima indicazione che arriva la nuova associazione, un sartano (valsartan) con il sacubitril, un molecola capace di inibire l’enzima neprilisina, assicurando una maggiore permanenza in circolo di piccole proteine che hanno un effetto vasodilatatore.

L’insieme di questi due meccanismi fa sì che questo nuovo farmaco dovrebbe assicurare un più efficace e duraturo controllo della pressione arteriosa.

La sfida dell’industria farmaceutica nel campo dell’ipertensione

In palio c’è un business davvero importante. I problemi cardiocircolatori sono la prima causa di morte in tutto l’occidente. L’ipertensione è il primo campanello d’allarme che i medici cercano di mettere sotto controllo. E la ricerca di nuovi farmaci è sempre molto attiva.

L’ultimo arrivo in farmacia è Entresto, un’associazione di due farmaci antipertensivi, il valsartan e il sacubitril, che agiscono in modo sinergico ma con meccanismo differente. Ad annunciarlo è stato Francesco Rossi, past-president della Società italiana di farmacologia, pochi giorni fa a Napoli, al convegno "Innovazione in ambito cardiovascolare e nella ipercolesterolemia".

“L’Aifa sta definendo i regimi di rimborsabilità e utilizzazione del nuovo farmaco, ma è questione di poco”, ha dichiarato Rossi.

Questa molecola, sviluppata dalla Novartis, già approvata lo scorso anno sia negli Stati Uniti che in Europa, è stata battezzata “salva cuore”, perché troverà un' indicazione specifica proprio nello scompenso cardiaco.

Sarà, infatti, il primo farmaco che andrà in commercio per questa indicazione terapeutica, responsabile di mietere ancora tante vittime. Nella fase di sperimentazione clinica, Entresto è riuscito a ridurre del 20% la mortalità da scompenso cardiaco. Altri farmaci sono in fase di sperimentazione ed è del tutto lecito attendersi, a breve, nuove approvazioni.

Intanto a Firenze si discute di scompenso cardiaco

Questi giorni (21-24 maggio) a Firenze, presso La Fortezza da Basso, si tiene il 3° Congresso Mondiale dell’Heart Failure Association (Associazione Scompenso Cardiaco) della Società Europea di Cardiologia (ESC). Sono arrivati specialisti da tutto il mondo per discutere di una patologia che oggi colpisce, solo in Italia, oltre un milione di persone.

A Firenze verranno presentate “Le nuove linee guida europee dello scompenso cronico”. E per la prima volta, l’attenzione non sarà limitata allo scompenso sistolico ma si parlerà anche dello scompenso diastolico.

“Lo scompenso cardiaco rappresenta una condizione clinica seria, che necessita di cure costanti, spesso complesse, e personalizzate in base alla causa dello scompenso, alla fase della malattia e alla risposta del paziente ai diversi farmaci” ha spiegato il Prof.

Gian Franco Gensini, Presidente di ITAHFA (ITAlian Heart Failure Association). Per questo la gestione di questa patologia è complessa e deve coinvolgere il paziente, i familiari, il medico di Medicina Generale oltre ai centri specializzati.