Gli insetti sono già alimenti tradizionali in molte parti del mondo e stanno richiamando, sempre di più, l’interesse occidentale.Tra gli insetti maggiormente allevati, il consumo di grilli (Acheta domesticus), cavallette e tarme della farina, potrebbe rappresentare la soluzione ai problemi di inquinamento e sfruttamento delle risorse: gli insetti, infatti, emettono poco gas ad effetto serra e utilizzano una limitata quantità di acqua e terra.
Sorgente di nutrimento per animali domestici, ma anche per l’uomo, hanno eccezionali proprietà energetiche: lo stesso contenuto proteico della carne convenzionale (vitello, pollo, suino), un apporto più alto di acidi grassi polinsaturi (omega-3) e monoinsaturi, di sali minerali e vitamine.
Lo svantaggio potrebbe essere il possibile contenuto di sostanze tossiche e allergeniche. Per ovviare a questo problema, le industrie esperte nel settore “allevamento insetti”, adottano metodi di decontaminazione e processamento; assicurano, così, la sicurezza dell’alimento e ne aumentano anche la “palatabilità”.
E’ quanto pubblicato sulla rivista Proceedings of the Nutrition Society, in agosto 2016, dai ricercatori dell’Entomology Department, Wageningen University, in Olanda.
Insetti come possibile alimento alternativo
E’ urgente la necessità di trovare una risorsa alimentare alternativa a quelle già esistenti. Entro il 2050 saremo più di 9 miliardi di persone, pertanto si verificherà un raddoppio della richiesta di fabbisogno proteico mondiale.
Questo fenomeno accadrà in uno scenario in cui le terre coltivabili saranno sempre di meno e il clima sarà surriscaldato.
Ad oggi, principalmente nelle regioni tropicali, vengono mangiati più di duemila specie di insetti.In Europa i criteri di maggiore distribuzione terranno conto delle liste degli insetti edibili, già preparate da altri stati; quindi (molto probabilmente) grilli, cavallette e tarme delle farina saranno tra i primi ad essere inseriti nella nostra gastronomia.
Riluttanza del mondo occidentale e vantaggi dell’entomofagia
Nonostante l’entomofagia (uso degli insetti come alimento), sia sostenuta dalla FAO come possibile nutrizione nel mondo, il maggiore problema in Europa è quello di superare le diffidenze del consumatore.Sono state proposte, dunque, diverse strategie per superare pregiudizi culturali come l’istintiva repulsione verso gli insetti, ed incoraggiarne il consumo (benefici sull’ambiente, ottimizzazione dell’agricoltura e dell’allevamento, sicurezza dell’alimento, gastronomia).
Lo scopo è quello di ridurre l’impatto ambientale degli attuali sistemi di allevamento del bestiame: questi, infatti comportano l’utilizzo del30% del raccolto agricolo e dell’8% delle risorse idriche complessive. Sono anche responsabili, per il 18%, delle emissioni di gas ad effetto serra e di varie specie di azoto reattivo (quest’ultime provocano un’elevata crescita di micro alghe, che consumano ossigeno e contribuiscono al riscaldamento globale).
L’agricoltura è già molto intensiva; se continueremo a confidare solo sul rifornimento proteico proveniente dalla carne di bestiame, le emissioni di gas e di azoto reattivo aumenteranno sempre di più; di conseguenza, l’inquinamento ambientale sarà notevolmente superiore a quello attuale.Già dall’ottobre 2015 l’EFSA (Autorità di Sicurezza Europea sugli alimenti), ha emesso parere positivo sul consumo degli insetti come fonte di proteine; in Olanda e in Belgio, vengono attualmente venduti nei supermercati.