Gli esercizi di resistenzadi moderata intensità, associati alla restrizione calorica per perdere peso, sono vincenti per migliorare alcuni parametri della sindrome metabolica (colesterolo VLDL, trigliceridi e pressione sistolica e diastolica) e dimagrire.
Lo hanno dimostrato i ricercatori della Section and Gerontology and Geriatric Medicine, Department of Internal Medicine, Wake Forest School of Medicine, Winston-Salem, North Carolina, in un lavoro pubblicato sulla rivista Medicine of Science in Sports and Exercise, nell’ottobre 2016.
Nello studio clinico, 126 pazienti di entrambi i sessi, inetà compresa tra 65 e 79 anni, sovrappeso e obesi (BMI, indice di massa corporea, tra 27 e 35 kg/m2), e con sindrome metabolica, sono stati sottoposti ad un allenamento di resistenza per 3 volte alla settimana, della durata di 5 mesi; un gruppo ha seguito anche una dieta ipocalorica, l’altro no.
I soggetti obesi che hanno effettuato solo esercizio fisico, ma non alimentazione controllata, non hanno rivelato risultati significativi sulla perdita di peso e sul metabolismo, mentre la combinazione (allenamento + dieta) ha ridotto l’indice di massa corporea, il colesterolo VLDL, la pressione arteriosa e l’obesità addominale (grasso viscerale).
Sindrome metabolica e VLDL
E’ stata determinata prima e immediatamente dopo la sperimentazione, secondo i criteri della presenza simultanea di tre alterazioni, tra le seguenti: a carico del colesterolo, dei trigliceridi, della glicemia, della pressione arteriosa e della circonferenza addominale.
E’ stata misurata VLDL, una lipoproteina di piccolissime dimensioni (30-80 nm) che trasporta colesterolo e una notevole quantità di trigliceridi nel sangue; prodotta dal fegato in base ai trigliceridi sintetizzati nella lipogenesi (ad esempio con una dieta ricca di carboidrati), successivamente viene trasformata da enzimi lipasi, prima in IDL, lipoproteina a densità intermedia e poi in colesterolo LDL, lipoproteina a bassa densità (coinvolta nel processo di aterosclerosi).
Studio clinico
Gli esercizi di resistenza per 3 volte alla settimana, ad un’intensità moderatamente alta, hanno diminuito in modo significativo il grasso intramuscolare e aumentato la forza e la potenza muscolare, senza indurre perdita di peso e incrementare la capacità di movimento.
Il grasso intramuscolare causa il rilascio di sostanze pro-infiammatorie sulle proteine contrattili, danneggia la funzione mitocondriale, la densità capillare, la forza e la potenza muscolare.
Quando è stata aggiunta anche la restrizione calorica, è stata ridotta la massa grassa totale (grasso sottocutaneo, viscerale e intramuscolare) del 74%; è migliorata, dunque, la facoltà di ambulazione per una lunga distanza, sono stati ridotti i parametri metabolici (colesterolo e trigliceridi) e la pressione arteriosa.