Sono anni che si parla di fibre nell’alimentazione, per aumentare la sazietà, migliorare la motilità intestinale e controllare i parametri metabolici (glicemia e colesterolo), ma quale scegliere in caso di necessità?
Un’indagine condotta in Cina dal Department of Environmental Health, School of Public Health and Tropical Medicine, Southern Medical University, Guangzhou, ha analizzato 20 studi clinici sull’efficacia dei fruttani.
In particolare, è stata studiata l’azione dell’inulina (frutto-oligosaccaride), fibra solubile, sui livelli di glicemia, insulina e colesterolo, in 607 soggetti in sovrappeso, obesi, con diabete mellito di tipo 2 (alimentare) e dislipidemia.
I dati hanno dimostrato che un supplemento di inulina nell’alimentazione (15 gr al giorno per almeno 2 settimane), è stato in grado di ridurre in maniera significativa il colesterolo LDL in soggetti sovrappeso e obesi; di abbassare la glicemia e l’insulina e incrementare il colesterolo HDL (colesterolo buono), in pazienti con diabete di tipo 2.
Oltre a seguire un corretto di stile di vita (alimentazione adeguata e esercizio fisico), un’integrazione a base di inulina può aiutare a migliorare il metabolismo glucidico e lipidico, secondo quanto pubblicato sulla rivista European Journal of Clinical Nutrition, nel settembre 2016.
Inulina negli alimenti e come integratore
Con il regime alimentare quotidiano, vengono assunti in media 3-10 gr di inulina al giorno; questa è una fibra non digeribile, solubile, individuata in molti ortaggi come cicoria, cipolla, aglio, carciofi, topinanmbur e frutta come la banana.
E’ un frutto-oligosaccaride (FOS) poco calorico con indice glicemico basso.
Gli studi clinici analizzati hanno evidenziato la capacità dell’inulina di regolarizzare i parametri metabolici (glucosio e lipidi nel sangue), se aggiunta come supplemento all’alimentazione, sotto forma di polvere, tavolette oppure nei cibi funzionali (arricchiti di inulina).
Meccanismo di azione
L’inulina ha ridotto l’indice glicemico (velocità con cui il pasto aumenta il glucosio nel tempo), ha favorito la sazietà, mediante modulazione della secrezione degli ormoni gastrointestinali (glucagone-like peptide 1 e 2) e ha ridotto il peso corporeo mediante diminuzione dei livelli di grelina (ormone stimolante l’assunzione di cibo).
Essendo un prebiotico, ossia una fibra non digerita (attraversa l’intestino tenue senza essere degradata), nel colon ha favorito la crescita dei bifidobatteri.
Questi hanno prodotto acidi grassi a catena corta, ad azione benefica sulle cellule del colon e inibitrice dell’enzima HMG-CoA reduttasi, coinvolto nella sintesi del colesterolo.