I neuroscienziati della Johns Hopkins Universitysono riusciti a individuare l'enzima che determinala morte programmata dei neuroni dopo lesioni, ictus o nell'Alzheimer. Hanno anche dimostrato che si può arrestare la morte neuronale bloccando l'attività dell'enzima, che si chiama Macrophage Migration Inhibitory Factor o, per brevità, MIF. Lo studio è stato pubblicato oggi su Science epotrebbe rappresentare una svolta nella cura di tutte le patologie neurologiche caratterizzate dalla morte programmata e progressiva dei neuroni.

Apoptosi, ictus e Alzheimer

Il termine apoptosi deriva dalla parola che gli antichi Greci utilizzavano per indicare la caduta delle foglie in autunno, un evento ciclico, programmato e prevedibile. La biologia ha preso in prestito il termineapoptosi per indicare un processo molto simile,osservabile in tutti gliorganismi animali, ovvero la morte di una cellula scanditada un programma genetico.Questa forma di morte programmata o di suicidio cellulare si attua tramitelo spezzettamentodel DNA. L'apoptosisi contrappone alla necrosi cellulare la quale avviene, al contrario, per vecchiaia della cellula oppure per un eventoincompatibile con la vita cellulare come la rottura della membrana oppure l'interruzione dell'afflusso di nutrienti e ossigeno.

L'apoptosi interessa anche il tessuto nervoso, durante l'intero arco della vita. Il sistema nervoso, infatti, dalla nascita in poi continua a eliminare neuroni e circuiti nervosi superflui o non più utilizzati avvalendosi dell'apoptosi. Tuttavia, può accadere che i fenomeni di apoptosi dei neuroni subiscano un'accelerazioneoppure vadanofuori controllo nel caso di ictus, traumi cerebrali o patologie neurodegenerative come l'alzheimer, la malattia di Huntington e il morbo di Parkinson.

Da tempo si conosce la catena di eventi biochimici cellulari che portano dalla sofferenza del tessuto nervoso a una accelerata perdita di neuroni per apoptosi. Mancava, fino ad oggi, l'anello finale della catena, che porta all'attuazione del programma genetico di morte cellulare a seguito del danneggiamento dei neuroni.

Il MIF attua la fase finale dell'apoptosi

"Numerose ricercheche hanno preceduto la nostra" spiega nell'introdurre lo studio di cui è primo autore la dottoressaYingfei Wang "hanno mostrato che ogni volta che ha luogo l'apoptosi, un enzima, che si chiama Mitochondrial Apoptosis-Inducing Factor o AIF, abbandonai mitocondri e si sposta verso il nucleo, dove ha sede il DNA".

Il problema è che l'AIF di per sé non riesce a spezzettare il DNA con cui comincia la fase finale dell'apoptosi. "Tra migliaia di proteine umane" continua a spiegareYingfei Wang "ne abbiamo selezionate 160 con un'elevata affinità per l'enzima AIF e, infine, abbiamo verificatol'attività apoptotica di ognuna di esse in neuroni umani cresciuti in laboratorio e in cui è stato simulato un ictus".Delle 160 proteine, soltanto una è risultata in grado di attuare il taglio del DNA.

In questo modo, i neuroscienziati americani hanno scoperto che soltanto l'enzima MIF era in grado di portare a termine il programma di morte cellulare.

"Le nostre ricerche future" concludeTed Dawson, alla guida del gruppo di ricerca "si concentreranno sul testare alcune molecole, che abbiamo già individuato, in grado di bloccare l'attività dell'enzima MIF che si potranno usare come farmaci. Inoltre, siamo convinti che l'enzima MIF operi l'atto finale dell'apoptosi anche dopo traumi cerebrali e nelle malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer, il Parkinson e la malattia di Huntington e vogliamo verificare tale ipotesi".