Una delle ultime scoperte scientificheriguarda ilmorbo di Crohn e le cause scatenanti la malattia, nota anche come 'enterite regionale' o 'Burril Bernard Crohn' (nome del medico scopritore). Pur essendo inserita nelle patologie infiammatorie intestinali, il morbo di Crohn è una malattia autoimmune che può 'colpire' qualsiasi tratto dell'apparato gastrointestinale e provocare dolori addominali, diarrea, vomito e conseguente perdita di peso. Oltre a 'generare' questi sintomi, la malattia può progredire colpendo altri organi o apparati dell'organismo, scatenando eruzioni cutanee, infiammazioni agli occhi, mancanza di concentrazione, stanchezza, artriti e dolori articolari.
L'infiammazione dell'intero tratto intestinale, che va dall'ano alla bocca, può avere effetti gravi sull'organismo e scatenare scariche diarroiche ematiche in conseguenza di perforazioni della parete oltre al restringimento di alcuni tratti che possono ostruirsi o occludersi, causando la morte se non s'interviene con intervento chirurgico urgente.
Morbo di Crohn e nuova scoperta
La comparsa di questo morbo, pur 'toccando' qualsiasi età, sembra prevalere nelle seguenti fasi della vita: infantile, fra i sette e gli otto anni; giovanile, fra i venticinque e i trentacinque, e in seguito dopo il 55esimo anno di età. Quello che però la scienza ha compreso, rileva il microbiologo coordinatore di questo studio, Mahmoud A.
Ghannoum, è che "i batteri, il Dna e la dieta, hanno un ruolo primario per la Salute nella malattia di Crohn, dove è evidente nei pazienti che ne sono affetti, una risposta immunitaria superiore verso i microrganismi della flora batterica intestinale". La ricerca eseguita dalla 'Case Western Reserve University di Cleveland e pubblicata sulla rivista mBio, indirizza la causa del morbo a due batteri: Escherichia Coli e Serratia Marcescens, associandola a un fungo chiamato Candida Tropicalis.
Benefici della scoperta
Così si è scoperto che il fungo 'Candida Tropicalis' potrebbe essere causa scatenante dell'infiammazione dei tessuti, questo perché, entrando in contatto con i due batteri sopracitati, genererebbe un sottilissimo 'biofilm' sulle pareti intestinali, favorendo l'insorgenza dei sintomi del morbo di Crohn.Il microbiologo Mahmoud A.
Ghannoum comunica che attualmente non c'è una vera e propria cura contro questa malattia e non esiste intervento chirurgico che la sradichi definitivamente, ma la scoperta fatta dallo studio sarà indirizzata alla generazione di nuove terapie, farmaci e probiotici (organismi vivi), che "potrebbero fare la differenza nella vita futura dei pazienti".