Si tratta di un farmaco sviluppato da AstraZeneca, nome commerciale Tagrisso, un inibitore della tirosin-chinasi che risulta efficace su tumori che hanno una specifica mutazione EGFR, recettore del fattore di crescita dell'epidermide. Questo farmaco, rispetto alla chemioterapia tradizionale, riesce a ridurre del 70% la progressione della malattia, in una forma tumorale molto aggressiva e finora con basse probabilità di sopravvivenza. I risultati sono stati pubblicati questi giorni su The New England Journal of Medicine, prima firma Tony S. Mok.

Importante passo avanti nella lotta del tumore al polmone

I dati presentati dall'Associazione italiana registri tumori (AIRTUM) dicono che in Italia vengono diagnosticati 1.000 nuovi casi di cancro al giorno. Di questi l’11% sono al polmone, corrispondenti a 41.600 nuovi casi l’anno. Il tumore al polmone rappresenta la prima causa di morte nei Paesi industrializzati.

Gli oncologi raggruppano le principali forme tumorali al polmone (95%) in due tipologie, il tumore polmonare a piccole cellule (detto anche microcitoma, circa 15%) e il tumore polmonare non a piccole cellule (il restante 85% circa), entrambi originati dal tessuto epiteliale che riveste le strutture polmonari.

A volte, questi tessuti tumorali sviluppano delle resistenze dovute a delle mutazioni per cui risultano ancora meno sensibili ai trattamenti chemioterapici tradizionali.

La ricerca farmaceutica degli ultimi anni sta indirizzandosi verso lo sviluppo di farmaci non più aspecifici ma verso farmaci che colpiscono selettivamente specifici target (Target therapy).

Nel caso del cancro al polmone, dopo i primi cicli di terapia, nel 10% dei casi si può sviluppare una resistenza alla terapia. Questa, nel 60% dei casi, è dovuta ad una mutazione – la T790M – del recettore del fattore di crescita dell’epidermide (EGFR).

Osimertinib (Tagrisso) è un farmaco che risulta efficace proprio sui tumori che presentano questa mutazione, diventando refrattari ai chemioterapici tradizionali. Uno studio clinico di Fase 3 (AURA3), condotto in 130 Paesi – di cui sei centri oncologici italiani - e coinvolto 419 pazienti, ha dimostrato l’efficacia di Osimertinib rispetto alle terapie tradizionali.

I vantaggi della nuova target terapia

Il vantaggio in termine di sopravvivenza senza progressione della malattia, nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule avanzato (NSCLC) passa dai 4,4 mesi - con la chemioterapia standard (farmaci a base di platino e pemetrexed, Alimta) - a 10,12 mesi con Osimertinib. L’AstraZenca, azienda che ha sviluppato il nuovo farmaco, ha presentato i risultati a Vienna, in occasione del 17esimo Congresso mondiale sul tumore del polmone (WCLC) e, contemporaneamente, li ha pubblicati sulla rivista The New England Journal of Medicine.

Osimertinib è un sale mesilato detto di terza generazione, perché segue altri farmaci che agiscono attraverso lo stesso meccanismo ma meno efficienti.

L’azione inibente la tirosin-chinasi di EGFR è potente ed irreversibile, ed è attivo per via orale. Basta una compressa al giorno.

Il prodotto è stato approvato dall’FDA statunitense a novembre 2015 mentre in Europa, l’EMA ha dato l’ok a febbraio di quest’anno. Ora in Italia si attende l’approvazione alla rimborsabilità da parte dell’Aifa.