La sindrome del colon irritabile colpisce circa il 15% della popolazione mondiale, con sintomi di costipazione o diarrea, meteorismo, dolore addominale, causa di stress e disagio.

Gli studi pubblicati in Journal Neurogastroenterology and Motility nel gennaio 2017, hanno dimostrato che il microbiota intestinale (flora batterica) è coinvolto nella patogenesi di questo disordine: sono state osservate una maggiore concentrazione del batterio Metanobrevi smithii, produttore di metano, in grado di modificare il transito intestinale e una minore quantità di Lattobacilli e Bifidobatteri, ad azione anti-infiammatoria e di mantenimento dell’integrità dell’epitelio intestinale.

La dieta con un basso contenuto di carboidrati fermentabili (low FODMAP, ossia oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli), insieme all’assunzione di probiotici e prebiotici, sono stati utilizzati con successo per modulare la composizione del microbiota e migliorare i sintomi.

Intestino irritabile e microbiota

I meccanismi patofisiologici alla base dei disordini funzionali dell’intestino non sono ancora completamente chiari; possono essere multifattoriali (ipersensibilità viscerale, motilità anomala dell’intestino, disturbi psicologici, infiammazione di grado lieve).

Alla base dell’insorgenza dell’irritazione intestinale sussiste l’alterazione (disbiosi) della composizione del microbiota, causata da un’alimentazione scorretta, eccessiva in grassi e carboidrati.

Dieta low FODMAP e probiotici

Per contrastare i sintomi del colon irritabile sono stati evitati grassi, FODMAP e alimenti con glutine; questi nutrienti, essendo digeriti lentamente o per nulla nell’intestino tenue, vengono fermentati dai batteri del microbiota, producendo gas idrogeno, metano, anidride carbonica, distensione intestinale, alterazione della motilità della muscolatura liscia, aumento delle citochine infiammatorie e degli acidi biliari.

La dieta Low FODMAP, seguita per almeno 8 settimane è stata efficace: ha escluso oligosaccaridi fruttani e galattani (pasta, pane, farina di frumento, aglio, cipolla, fagioli, ceci, lenticchie, asparagi), disaccaridi (lattosio, quindi derivati del latte e saccarosio), monosaccaridi (fruttosio e frutti con eccesso di fruttosio come mela, pera e cocomero), polioli (additivi come sorbitolo, xilitolo, maltilolo, mannitolo, isomalto; frutti con nocciolo come pesche, ciliegie, albicocche, prugne, avocado).

La somministrazione di probiotici, insieme alla dieta, ha mostrato maggiori benefici; i ceppi di probiotici (Lattobacilli e Bifidobatteri) sono stati scelti in base alle proprietà anti-infiammatorie o alla capacità di resistere agli acidi gastrici o ai sali biliari.

La combinazione con i prebiotici (in particolare fibre solubili psyllium o gomma di guar idrolizzata) è stata idonea per alleviare la costipazione.