Si pensava, fino a qualche anno fa, che l’insorgenza del tumore fosse causata in parte da una predisposizione genetica e, per lo più, all’azione cancerogena di fattori ambientali come inquinamento, abuso di fumo o alcol, mancanza di esercizio fisico.
Nella biologia del cancro sta invece emergendo ora il concetto dell’influenza del microbiota (flora batterica) intestinale, potente fattore ambientale che modula il processo di carcinogenesi.
Come dimostrato dai ricercatori del Department of Medicine, University of Florida, Gainesville, il microbiota intestinale può influenzare lo sviluppo del cancro, sia nel promuovere che nel prevenire il tumore.
E’ in grado, inoltre, di modulare la risposta alle terapie farmacologiche anti-tumorali.
Il tipo di dieta consumato dall’ospite ha un profondo impatto sull’eubiosi o la disbiosi (equilibrio o squilibrio della flora batterica) e sullo spettro dei metaboliti derivati dai batteri, ad azione anti-tumorale o pro-tumorigenica.
Il lavoro è stato pubblicato su Translational Research nel gennaio 2017.
Cancro e microbiota
Il cancro è una malattia multifattoriale che coinvolge alterazioni genetiche ed epigenetiche (modulanti la replicazione del DNA), fattori ambientali e stile di vita. Sono noti i meccanismi di insorgenza del tumore, di progressione e metastasi; recentemente si è aggiunto il coinvolgimento del microbiota nella tumorigenesi.
Il microbiota comprende vari microorganismi (batteri, virus, funghi e protozoi) che vivono in vari siti del corpo (bocca, apparato urogenitale, cavità gastrointestinali), e forma una comunità vivente in simbiosi con l’ospite (uomo); la maggior parte vive nell’intestino, ma influenza anche organi distanti ed è coinvolto nell’induzione di diverse malattie (allergia, asma, artrite reumatoide, malattie cardiovascolari, sindrome metabolica e obesità).
I meccanismi coi quali la comunità microbica esercita un impatto sull’ospite non sono ancora chiari, ma i primi dati rivelano che sono i metaboliti prodotti dai microbi in disbiosi a condizionare la carcinogenesi.
Dieta e microbiota
E’ stato osservato che gli afroamericani, consumatori della dieta occidentale ad alto carico di grassi, presentano una flora batterica in grado di produrre un’elevata quantità di acidi biliari secondari, ad effetto pro-tumorigenico.
Gli africani rurali, invece, che seguono una dieta ipocalorica, ricca di fibre (cellulosa, pectina, gomma, lignina) provenienti da ortaggi e frutta, hanno una flora batterica produttrice soprattutto di metaboliti diversi, come gli acidi grassi a corta catena (butirrato), ad azione protettiva, anti-infiammatoria e anti-tumorigenica.
Uno studio recente ha dimostrato che gli afroamericani hanno un rischio di ammalarsi di cancro 10 volte maggiore rispetto agli africani rurali.
L’assunzione di fibre alimentari (prebiotici) combinata con il probiotico Lactobacillus Reuteri, ha evidenziato un’azione anti-infiammatoria (inibente la produzione di citochine infiammatorie), di ripristino dell’eubiosi intestinale e di blocco del reclutamento delle cellule immunitarie osservato nella carcinogenesi.