Il web sta diventando sempre di più il luogo, virtuale, degli scambi commerciali. E oltre ad acquistare vino, pasta, gadget tecnologici e quant'altro, sempre più italiani acquistano anche medicinali. Ma secondo una ricerca appena pubblicata sul Corriere della Sera in circa il 31% dei farmaci venduti su internet non ci sarebbe il principio attivo, su circa il 20% il principio attivo sarebbe diverso o presente ma in dosi sbagliate. E, addirittura, nell'8,5% vi sarebbero piccoli quantitativi di elementi potenzialmente pericolosi, come l'arsenico e il cemento.

Ad esempio, la ricerca citata riporta che in un anabolizzante è stato rintracciato del cemento. Un altro medicinale, un vasodilatatore simile al più famoso viagra, conteneva una dose doppia rispetto a quanto dichiarato nel bugiardino o sulla scatola. Mentre il principio attivo di un integratore variava, a volte si trattava di gesso e in altri casi di vernici stradali.

Il problema è che molti acquistano questi 'medicinali' badando solamente al prezzo. E non fanno caso se il rivenditore è una farmacia online autorizzata dal Ministero. Queste sono riconoscibili dalla presenza sulla propria Home Page di un "bollino" rilasciato direttamente dal Ministero e che certifica e garantisce la serietà e l'affidabilità del rivenditore.

La ricerca e queste indicazioni sono state presentate al convegno Contraffazione un virus da estirpare promosso dalla Federfarma Servizi e dalla Società Italiana di Urologia che si è tenuto di recente a Roma.

Una tendenza preoccupante

I dati diffusi durante il convegno sono preoccupanti. Infatti, secondo l'indagine, più del 40% degli intervistati dichiara di considerare il web un canale sicuro per l'acquisto di medicinali.

Il problema è che dietro questa apparente sicurezza non c'è una completa informazione. Infatti, dichiara la ricerca, nella maggior parte dei casi, basta che nel sito visitato compaia la parola 'farmacia' per ottenere subito, da parte del consumatore finale, un attestato di completa fiducia. E pochissimi fanno caso alla presenza del bollino del Ministero, che sarebbe la prima cosa di cui accertarsi.

Secondo l'opinione del Presidente di Federfarma Servizi, Antonello Mirone, alla base c'è proprio una totale mancanza di consapevolezza circa i potenziali rischi che si corrono acquistando indiscriminatamente medicinali via internet.

Per costare così poco, spiega ancora Mirone, questi farmaci vengono prodotti in siti dove non viene effettuato nessun controllo di sicurezza, né tanto meno di qualità. E il risultato è che nel 100% dei casi presentano qualche anomalia, più o meno dannosa. Controlli e sicurezza garantiti, invece, dai canali autorizzati e dalla filiera nazionale tradizionale.

La lotta contro le contraffazioni

La lotta a questo genere di truffa, molto pericolosa, è ormai senza quartiere.

Solo nel 2016 sono state chiuse circa 20 mila farmacie online irregolari. E da inizio 2017 siamo già quasi a quota 6 mila. Un operazione speciale condotta nel giugno 2016 e denominata Operazione Pangea IX ha portato al sequestro di oltre 80 mila medicinali falsi o che contenevano dosi pericolose di veleno per topi, arsenico, ecc.

E ad acquistare sul web sarebbero soprattutto gli uomini. Infatti, in cima alla lista dei farmaci più acquistati ci sarebbero i medicinali per la disfunzione erettile, gli anabolizzanti e farmaci per dimagrire. Un consumatore non solo maschile, ma anche giovane e che unirebbe questi ritrovati, molto spesso, in un cocktail micidiale insieme ad alcol e droga.