Inizio d'estate e temperature record già registrate in diverse città italiane: da Nord a Sud la morsa del caldo anomalo ha fatto scattare un vero e proprio allarme, le Previsioni meteo parlano di giornate da bollino rosso che metteranno a dura prova il nostro organismo. E' possibile tuttavia fronteggiare il caldo afoso adottando tutta una serie di strategie che ci aiutino ad evitare spiacevoli conseguenze. Tra i soggetti più fragili abbiamo bambini e neonati, donne in gravidanza, persone non autosufficienti o con disturbi psichici, anziani e malati cronici.

Per gli anziani, in particolare, è elevato il rischio di disidratazione dovuto alla naturale diminuzione dello stimolo della sete.

Quando il caldo può essere pericoloso

Oltre che per le temperature elevate, le ondate di calore da bollino rosso sono caratterizzate da elevata umidità, forte irraggiamento solare e assenza di ventilazione. Tutto ciò aumenta esponenzialmente la temperatura percepita. In talune condizioni il nostro sistema di termoregolazione non è sufficiente o può subire dei condizionamenti. Normalmente, il corpo si raffredda sudando, ma se ad esempio l’umidità è molto elevata, il sudore non evapora rapidamente e il calore corporeo non viene dissipato efficacemente. La temperatura del corpo, quindi, aumenta rapidamente esponendoci ai rischi del così detto "colpo di calore" con varie conseguenze anche molto gravi (mal di testa, nausea, vomito e sensazione di vertigine, fino ad arrivare a stati d’ansia e stati confusionali, perdita di coscienza, morte).

Altri disturbi dovuti ad un'esposizione prolungata al caldo afoso, ma di entità più lieve, possono includere: crampi, svenimenti, edemi, congestione e disidratazione.

Cosa fare per fronteggiare le ondate di calore?

Il Ministero della Salute ha pubblicato alcune regole comportamentali per gestire al meglio le ondate di caldo record che continueranno ad investire il nostro Paese.

Le linee guida del Ministero della Salute, riportate su un apposito opuscolo raccomandano di:

  • Non uscire di casa nelle ore più calde della giornata, ovvero dalle 11 alle 18. In particolare, evitare l’accesso alle aree molto trafficate, ma anche parchi e aree verdi dei grandi centri urbani, in cui va a concentrarsi l’ozono prodotto dai gas di scarico delle automobili e dall’industria. La concentrazione di questo gas tossico è più elevata proprio durante le ondate di caldo.
  • Evitare di svolgere attività fisica intensa all’aria aperta durante gli orari più caldi della giornata;
  • Indossare un abbigliamento leggero, comodo e traspirante sia in casa che all’aperto, in fibre naturali di cotone o lino;
  • Fuori casa, indossare, specie sotto il sole, un cappello e degli occhiali da sole, non dimenticando la protezione solare;
  • Se stiamo assistendo una persona non autosufficiente, costretta a letto, assicurarsi che non sia troppo coperta;
  • In auto: non lasciare mai persone o animali, anche se per poco tempo, dentro la macchina sotto al sole. Prima di salire a bordo aprire gli sportelli per ventilare l’abitacolo e iniziare il viaggio con i finestrini abbassati o climatizzatore acceso (temperatura interna mai inferiore di 5 C° rispetto a quella esterna; evitare di orientare le bocchette di climatizzazione direttamente sui passeggeri). Controllare che i seggiolini di sicurezza per i bambini non siano surriscaldati. Informarsi sul traffico per evitare lunghe code sotto il sole;
  • Per mantenere più fresco l'ambiente domestico o di lavoro schermare le finestre con persiane o veneziane. Aprire le finestre al mattino presto, la sera tardi e durante la notte per fare entrare l’aria fresca, tenerle chiuse durante il giorno;
  • Climatizzatori: la temperatura ideale nell’ambiente domestico per garantire il benessere fisiologico è di 24-26°C. È buona norma coprirsi ogni volta che si deve passare da un ambiente caldo a uno più freddo e ventilato, soprattutto se si soffre di una malattia respiratoria. Evitare gli sprechi energetici;
  • Ventilatori: non indirizzarli direttamente sulle persone, ma regolarli in modo da far circolare l’aria in tutto l’ambiente. Ricordiamoci che quando la temperatura interna supera i 32°C, i ventilatori possono aumentare il rischio di disidratazione. Facciamo dunque particolarmente attenzione alle persone costrette a letto, affinché assumano sufficienti quantità di liquidi
  • Idratazione e dieta: bere almeno 2 litri di acqua al giorno e mangiare molta frutta e verdura, consumando pasti leggeri. Gli anziani devono bere anche in assenza dello stimolo della sete. Consultare il medico in caso di patologie che causino ritenzione idrica, epilessia ed altre condizioni particolari, prima di aumentare l'assunzione di liquidi. Evitare alcool, bevande ghiacciate e limitare l’assunzione di bevande che contengono caffeina. Andrebbero limitati anche il consumo di acque oligominerali e l'assunzione non controllata di integratori di sali minerali (consultare sempre il medico curante prima di decidere la loro assunzione);
  • Attenzione alla corretta conservazione degli alimenti deperibili onde evitare il rischio di gastroenteriti.
  • Rinfrescarsi viso e braccia con acqua fresca, evitare docce fredde subito dopo il rientro da ambienti caldi;
  • Anche i farmaci vanno conservati al meglio, lontani da fonti di calore, luce ed aria. E' dunque possibile riporli in frigo se prevedono una temperatura di conservazione non superiore ai 25-30 C° o secondo le modalità di conservazione riportate sulle confezioni. Qualora le modalità di conservazione non fossero esplicitate, conservare il prodotto a temperatura superiore ai 30°C solo per brevi e occasionali periodi.