Un sondaggio appena pubblicato sul Corriere della Sera evidenzia come gli italiani non sappiano quasi nulla del tumore alla vescica. Infatti quasi il 40% non sa nemmeno cosa sia e ben quasi il 70% ritiene, erroneamente che sia una forma tumorale inguaribile. Inoltre, il fumo di sigaretta, considerato il principale fattore di rischio per questo carcinoma, viene considerato una possible causa solo dal 25% degli italiani. Il sondaggio è stato commissionato dalla Associazione italiana di oncologia medica e presentato dal Ministero della Salute.

I dettagli dell'indagine sul tumore alla vescica

Il sondaggio ha coinvolto circa 1500 individui, nell'ambito di una campagna di sensibilizzazione dal tema "non aver timore del tumore" promossa dall'associazione degli oncologi. All'indagine ha partecipato fattivamente anche la società farmaceutica Roche. Inoltre l'analisi ha coinvolto anche più di 7500 medici della Società di Medicina Generale e delle cure primarie, che si sono resi disponibili per la diffusione di un opuscolo illustrativo dal tema "Tumore alla vescica: conoscerlo per prevenirlo".

Tutti questi sforzi sono stati messi in campo perché, come spiega il Presidente dell'Associazione italiana di oncologia medica, Carmine Pinto, tantissimi italiani, almeno 7 su 10, non sanno che il tumore alla vescica si può prevenire adottando uno stile di vita sano.

Sopratutto riducendo fortemente il consumo di tabacco, che in media, tra i tabagisti è di un pacchetto al giorno. Non per niente, il fumo di sigaretta è alla base del 50% dei tumori del tratto urinario.

Cosa fare per prevenire il tumore e i segnali da tenere sotto controllo

Come ricordavamo poco sopra, adottare uno stile di vita sano riducendo e, se possibile, smettendo completamente di fumare rappresentano i cardini della prevenzione del tumore alla vescica.

Infatti, ricorda sempre Pinto, i tabagisti hanno dalle 4 alle 5 volte più probabilità di ammalarsi di coloro che non hanno mai fumato. Altri fattori di rischio per questa specifica neoplasia riguardano l'esposizione a coloranti e solventi spesso utilizzati nell'industria tessile e conciaria. Di conseguenza chi lavora quotidianamente a contatto con sostanze di questo tipo deve effettuare uno screening periodico e stare particolarmente attento a determinati segnali dell'organismo.

Ad esempio la presenza di sangue nelle urine, cosiddetta ematuria, è un chiaro segnale che dovrebbe spingere ad effettuare degli esami approfonditi. Nella maggioranza dei casi potrebbe trattarsi di una semplice cistite, ma fare dei controlli non è mai sbagliato. Anche perché, se preso in tempo, il tumore alla vescica è perfettamente curabile. Infatti, attualmente quasi l'80% dei pazienti riesce a sconfiggerlo.

Inoltre, cominciano ad essere messi in risalto i benefici di nuovi approcci terapeutici a questa forma tumorale, alternativi alla chemioterapia, come l'immunoterapia attraverso l'introduzione nell'organismo di anticorpi specifici che ripristinano la capacità del sistema immunitario di riconoscere e distruggere le cellule tumorali. Questo approccio si è rivelato più efficace e meglio tollerato di quello tradizionale basato sulla chemioterapia.