Uno studio statunitense guidato dal Professor Richard B. van Breemen, dell'Università dell'Illinois di Chicago, ha scoperto che gli integratori di liquirizia potrebbero rappresentare un potenziale rischio, interagendo con i farmaci. Presentato alla 254esima riunione e mostra nazionale dell’American Chemical Society, la più grande società scientifica mondiale, lo studio ha esaminato l'effetto di tre tipi di liquirizia sulla capacità del corpo di metabolizzare i farmaci.
I risultati sono particolarmente importanti per le donne in menopausa, che spesso assumono integratori di liquirizia per il trattamento di vampate di calore e altri sintomi.
Richard B. Van. Breemen spiega che le preoccupazioni sul rischio di ictus e di cancro al seno associati alla terapia ormanale, spingono le donne ad assumere quotidianamente integratori alimentari botanici, come la liquirizia. La liquirizia assunta in grandi dosi, anche in caramelle, è molto dannosa.
La FDA avverte che il consumo eccessivo, anche in un breve periodo di tempo, può portare a ritmi cardiaci irregolari e affaticamento muscolare. La Food and Drug Administration, abbreviato in FDA è l'agenzia governativa statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici.
Il gruppo di ricerca ha analizzato se le piccole quantità potrebbero avere un effetto negativo sulla salute
Il gruppo ha analizzato come tre tipi di liquirizia, due specie nordamericane, Glycyrrhiza uralensis e Glycyrrhiza inflata e una specie europea, chiamata Glycyrrhiza glabra, hanno colpito gli enzimi epatici e il metabolismo.
La loro ricerca ha dimostrato che tutte e tre le specie inibiscono alcuni degli enzimi ma soltanto Glycyrrhiza uralensis e Glycyrrhiza inflata erano maggiormente più probabili ad interferire con il metabolismo dei farmaci, rispetto alla specie europea Glycyrrhiza glabra. Quasi tutte le liquirizie, nelle loro etichette, non elencano la specie, ed i consumatori non possono ancora utilizzare queste informazioni per determinare se quelle che loro assumono, potrebbero potenzialmente interagire con i farmaci.
Il team prevede, per il prossimo anno, di condurre ulteriori ricerche e sviluppare i propri integratori di liquirizia di G. glabra, che sarebbe sicuro ed efficace per le donne in menopausa. Il lavoro del Professor Van Breemen è stato finanziato dal National Institutes of Health.