Le malattie cardiovascolari continuano ad essere il maggior problema di salute pubblica, a causa di diversi fattori di rischio: dislipidemia, ipertensione, fumo, obesità, stile di vita sedentario, stress, insulinoresistenza.

La strategia migliore di intervento per la prevenzione e il trattamento è una dieta cardioprotettiva, anche per coloro che stanno seguendo una terapia farmacologica.

Un alimento efficace, se mangiato tutti i giorni sono le mandorle, come dimostrato dai ricercatori del Department of Nutritional Sciences, University Park, Pennsylvania.

Gli studiosi hanno reclutato 48 partecipanti di età media di 50 anni, in sovrappeso (indice di massa corporeo medio, BMI 26 kg/m2), con colesterolo LDL medio-alto (149 mg/dL) e HDL normale (55 mg/dL), suddivisi in due gruppi riceventi diete uguali, ma spuntini diversi: uno a base di mandorle non salate con la pelle (43 gr di mandorle al giorno, 253 kcal), l’altro a base di muffin alla banana (106 gr), spalmato con burro (2.7 gr), totale dello snack, 278 kcal, per 6 settimane.

La dieta contenente mandorle rispetto a quella con il muffin incrementava il colesterolo HDL (buono) in modo significativo, marker associato ad una diminuzione del rischio cardiovascolare.

Sostituire uno snack ricco di carboidrati con le mandorle, in una dieta a basso contenuto di grassi saturi può, dunque, avere un’azione preventiva negli individui con colesterolo LDL (cattivo) superiore alla norma.

Il lavoro è stato pubblicato su The Journal of Nutrition nell’agosto 2017.

Azione del colesterolo HDL

Il colesterolo LDL (a bassa densità) ha un’affinità elevata per il tessuto delle arterie e se in eccesso, tende a formare placche ateromatose con rischio di aterosclerosi.

La degradazione dell’LDL avviene grazie al colesterolo HDL (ad alta densità), il quale rimuove l’LDL e lo trasporta al fegato, affinché venga eliminato per escrezione biliare.

HDL si comporta, dunque, come uno spazzino e previene la formazione di placche.

Lo studio

I partecipanti di età compresa tra 30 e 65 anni, e con BMI compreso tra 22 e 33 (ossia tra normopeso e obesi), tutti con colesterolo LDL superiore alla media, assumevano una dieta contenente mandorle e le seguenti percentuali di macronutrienti (51% di carboidrati, 17% di proteine, 32% di grassi di cui 8% saturi) oppure una dieta analoga (58% di carboidrati, 16% proteine, and 26% di grassi di cui 8% di saturi), ma con muffin e burro come spuntino.

I consumatori di mandorle rivelavano un innalzamento significativo, soprattutto nei soggetti normopeso, della concentrazione di HDL, in particolare della specie HDL alfa1 e del trasportatore di membrana cellulare (ABCA1) coinvolto nell’espulsione del colesterolo dalle cellule dei tessuti periferici; entrambi parametri associati alla diminuzione delle malattie ischemiche cardiache.

L’effetto delle mandorle si deve ai benefici della loro composizione: acidi grassi insaturi, fitosteroli, fibre, vitamina E, calcio, potassio, fosforo e altre sostanze bioattive ad azione antiossidante e antinfiammatoria.

Questi dati si aggiungono ad altri benefici delle mandorle riscontrati precedentemente su glucosio a digiuno e postprandiale, insulinoresistenza, markers di infiammazione, colesterolo LDL e grasso viscerale.