Si può prevedere l'alzheimer? Da una ricerca italiana condotta all'Università degli Studi di Bari Aldo Moro sembrerebbe proprio di sì. Un team di studiosi ha messo a punto un algoritmo che riesce a rilevare la malattia fino a 10 anni prima la comparsa dei primi sintomi. Ci si è poi serviti dell'algoritmo come base per la creazione di un'Intelligenza Artificiale (IA), con cui sono stati analizzate 67 risonanze magnetiche, suddivise in pazienti malati e sani, in modo da allenare l'IA a riconoscere e soprattutto analizzare le connessioni neurali. Lo stadio finale della ricerca tutta italiana ha visto l'IA capace di prevedere l'Alzheimer nell'86 per cento dei casi.

Le potenzialità dello studio

In pochi, fino a qualche anno fa, avrebbero associato la diagnosi dell'Alzheimer all'Intelligenza Artificiale di oggi. Quest'ultima siamo soliti accostarla il più delle volte al mondo dei telefoni e dei tablet. Un esempio lampante di quanti passi avanti abbia fatto ad oggi l'IA lo abbiamo appurato durante la recente presentazione dell'iPhone X. Anche nel campo della medicina però sta divenendo uno strumento sempre più indispensabile per segnare autentiche svolte nella ricerca e nella cura alle malattie.

Lo studio eseguito all'Università di Bari sull'Alzheimer ha grandi potenzialità, visto che la ricerca è stata condotta su un numero oggettivamente limitato di casi.

Qualora l'Intelligenza Artificiale fosse messa in grado di avere più test su cui "allenarsi", avremmo un'accuratezza sempre maggiore rispetto alle già ottime percentuali fatte registrare in questo primo studio. L'algoritmo inventato dai ricercatori italiani rappresenterebbe una delle pietre miliari per la diagnosi precoce dell'Alzheimer.

Oltretutto, l'IA sarebbe uno strumento non invasivo.

Alzheimer in Italia

Le ultime statistiche sugli ammalati di Alzheimer in Italia parlano di 600.000 persone. Una cifre enorme. In percentuale, il 4 per cento di tutte le persone che hanno superato i 65 anni di età si sono ammalati. Proiettando questi dati al 2050, il nostro Paese potrebbe diventare una delle nazioni con più alto numero di pazienti al mondo.

Questo perché fra poco più di 30 anni in Italia gli over 65 rappresenteranno il 34 per cento totale della popolazione. I numeri sono dunque destinati a raddoppiare, triplicare, nel peggiore dei casi. La fiducia è tutta rivolta alle nuove tecnologie, quale è l'Intelligenza Artificiale, non soltanto per trovare un'efficace diagnosi precoce, quanto per la cura della malattia.