L'Alzheimer continua ad essere una delle malattie più diffuse tra gli anziani. Una recente scoperta da parte di un team di scienziati inglesi e americani potrebbe però consentire, nell'immediato futuro, la realizzazione di nuove terapie per contrastare la diffusione del morbo nell'area del cervello già colpita. Al centro del nuovo studio la struttura della proteina Tau, fotografata per la prima volta. Tale proteina è così importante perché già prima conoscevamo il suo ruolo fondamentale nei processi neurodegenerativi dell'Alzheimer. Conoscere la sua struttura consente anche di studiare le "contromosse", in modo da rendere la mutazione della proteina Tau inoffensiva.

Lo studio

La ricerca degli scienziati del Medical Research Council e dell'Indiana University School of Medicine sulla struttura della proteina Tau, inerente il morbo dell'Alzheimer, può accendere una speranza in più per chi attualmente deve convivere con questa malattia. Il fatto che si continui ad indagare e studiare sulle cause di uno dei morbi più drammatici del XXI secolo è senz'altro positivo, anche se fino ad ora sono stati fatti, obiettivamente, pochi passi in avanti verso una guarigione del paziente.

Durante lo studio condotto dai ricercatori inglesi e americani si è riusciti per la prima volta a fotografare nel dettaglio la struttura della proteina Tau. Si stima che siano state scattate oltre 2000 fotografie, attraverso le quali sarà possibile adesso non soltanto ridurre il rischio di errori nella diagnosi ma anche una nuova opportunità nel testare terapie che possano essere d'aiuto ai malati di Alzheimer.

Conoscendo infatti nel dettaglio il suo funzionamento, aumentano anche le possibilità che l'uomo riesca a prendere le "contromisure" più efficaci, mettendo a punto nuove terapie in grado di dare quelle risposte fino ad oggi mancate.

600 mila malati di Alzheimer in Italia

Secondo gli ultimi dati Censis, in Italia gli affetti dal morbo dell'Alzheimer sono 600 mila persone.

Un numero altissimo, se si considera che stiamo parlando di mezzo milione di persone costrette a vivere l'ultima fase della loro vita in una condizione ben lontana da quella che può essere definita dignitosa, senza contare il disagio e le complicanze per quei soggetti, spesso familiari e/o amici, che rappresentano l'unico punto di contatto tra il malato ed il mondo esterno. Per rimanere aggiornati con le ultime news dal mondo della salute cliccate il tasto Segui in alto a destra.