La diverticolosi (alterazione anatomica del colon, caratterizzata da anse dette diverticoli) è un'anomalia asintomatica congenita o acquisita, presente nel 40% della popolazione di età compresa tra 40 e 60 anni e nell’80% tra 70 e 80 anni. Quando i diverticoli si infiammano evolve in diverticolite, caratterizzata da sintomi fastidiosi (dolori addominali, diarrea o stitichezza).
Secondo uno studio di 14 anni, in cui sono stati identificati 1063 casi di diverticolite, è stato dimostrato che l’alimentazione è il primo fattore che influenza la diverticolosi, come riportato dal Servizio di Gastroenterologia di Andria.
E’ stata individuata una significativa corrispondenza tra consumo frequente di carne rossa (vitello, agnello e maiale) e rischio di insorgenza della diverticolite acuta, mentre il pollame (carne bianca) non ha avuto alcuna incidenza. L’assunzione di pesce presentava, invece, additrittura un’azione preventiva.
Il metodo nutrizionale per impedire l’incremento della pressione del colon, la comparsa dei diverticoli e della diverticolite acuta, è il cosidetto ‘low fodmap’, con basso contenuto di zuccheri fermentabili (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli).
Il ruolo dell’alcol nella diverticolosi è stato anche indagato per 4 anni su 47.678 soggetti: coloro che bevevano più di 30 gr al giorno di alcol (circa 300 mL di vino al giorno) manifestavano un rischio maggiore.
Il lavoro è stato pubblicato nel settembre 2017 sulla rivista Current Opinion Clinical Nutrition Metabolic Care.
Diverticolosi e diverticolite del colon
I diverticoli di sinistra (nel colon discendente) sono definiti come pseudodiverticoli, ossia ernie della sola mucosa, mentre quelli di destra (nel colon ascendente) sono i veri diverticoli, con ernie di tutti gli strati del colon.
I meccanismi patologici che ne causano la formazione non sono del tutto chiari; sono probabilmente il risultato di interazioni complesse tra età, dieta, microbiota (flora batterica intestinale), fattori genetici e motilità del colon.
L’uso frequente di aspirina, anticoagulanti e corticosteroidi, oltre alla presenza di ipertensione e aterosclerosi sono stati associati ai diverticoli.
Dieta per diverticoli e meccanismo di azione
In conclusione la diverticolosi è risultata più frequente nei soggetti non vegetariani e in coloro che seguono una dieta occidentale (carne rossa anche non processata, cereali raffinati, derivati del latte ad alto contenuto di grassi) rispetto a quelli che adottano una dieta ‘prudente’ ad alto contenuto di frutta, ortaggi e cereali integrali, o nei vegetariani.
Questi dati si spiegano col fatto che le fibre contenute in questi alimenti aumentano il volume delle feci, il diametro del colon e diminuiscono la pressione intraluminale dell’intestino. In accordo con il principio di Bernoulli, infatti, la riduzione della velocità dei fluidi nel lume intestinale aumenta la pressione interna e comporta lo sviluppo dei diverticoli.
L’effetto delle fibre, studiato in una valutazione prospettica su 1.3 milioni di donne di età compresa tra 50 e 65 anni, ha rivelato infatti che i soggetti che assumevano meno di 9.6 gr di fibre al giorno erano a rischio di diverticolite, rispetto a quelli che ne consumavano almeno 17.6 gr al giorno.
Attualmente, per prevenire e trattare i diverticoli, la dieta migliore sembra essere la ‘low fodmap’; già adottata nei pazienti con sindrome del colon irritabile, poiché vieta gli zuccheri fermentabili non digeriti o assorbiti nell’intestino tenue, che producono gas nel colon.