Una ricerca per la cura del diabete ha coinvolto 19 Paesi nel mondo e in Italia ne è stata incaricata l'Università Campus Bio-Medico di Roma. La sperimentazione internazionale di fase 3 ha da pochi giorni pubblicato i risultati dello studio sul " New England Journal of Medicine" e li ha contemporaneamente presentati a Lisbona, al Congresso europeo sul diabete. A capo dello studio c'è il professor Pozzilli, docente al Campus, che ha illustrato come il nuovo farmaco sia capace di far scendere i livelli di glicemia e di emoglobina glicata, consentendo ai diabetici di ridurre la dose di insulina iniettata quotidianamente.
Il medicinale potrà dunque ridurre le complicanze della malattia e migliorare la vita dei pazienti poichè cancella lo sbalzo glicemico, stabilizza i valori pressori, riduce o evita l'ipoglicemia e favorisce anche un calo ponderale. La commercializzazione del nuovo farmaco è prevista entro 12 mesi. Scherzandoci su la pillola inverte l'ordine delle parole della nota canzone di Mary Poppins: ora" basta un poco di pillola e lo zucchero va giù".
Il nome del nuovo farmaco anti-diabete è Sotagliflozin, ed è stato testato con un'assunzione di 1 pillola in contemporanea alla dose giornaliera di insulina per pazienti con diabete di tipo 1. Questo tipo di patologia autoimmune si instaura in individui che hanno perso la funzionalità delle cellule beta del pancreas, quelle deputate alla produzione di insulina, per cui sono costretti ad assumere dall'esterno l'ormone per tutta la vita.
Prendendo la pillola a colazione, però, il glucosio viene mantenuto entro livelli accettabili anche con un basso dosaggio di insulina iniettata. I diabetici di tipo 1 spesso non riescono a regolare gli sbalzi glicemici, pur con il supporto dell'insulina esterna, mentre con questa pasticca la regolazione sembra essere più incisiva.
Il test sui diabetici
La sperimentazione di fase 3 è durata 24 settimane ed ha testato 1.402 diabetici di tipo 1, in 133 centri di ricerca nel mondo. Il dottor Pozzilli ha spiegato che il nuovo farmaco, un inibitore del riassorbimento renale di glucosio, permette l'eliminazione dello zucchero con le urine e ne riduce anche l'assorbimento intestinale.
Nei pazienti trattati con il farmaco sono stati evidenziatiI una riduzione massiccia del fabbisogno insulinico e miglior livello di emoglobina glicata, segnali di un aumentato controllo metabolico. Il Sotaglifozin abbassa la glicemia e la stabilizza anche se si riducono le iniezioni di insulina. La sua azione avviene nel rene, perchè è nel rene che lo zucchero viene filtrato e riassorbito insieme al sodio, per cui rientra in circolo finchè la glicemia non supera il valore di 180 mg/dl; oltre questa soglia viene eliminato con feci ed urine. Il farmaco riesce a modificare la soglia limite, abbassandola a 130 mg/dl, e a far scattare molto prima il feedback negativo per le 2 proteine trasportatrici del glucosio, SGLT1 e SGLT2, che stimolano rene e intestino a riassorbire il glucosio.
Disattivandole, lo zucchero viene eliminato definitivamente.
Il diabete di tipo 1 in Italia e nel mondo
Sono circa 300mila i diabetici di tipo 1 nel nostro Paese, mentre arrivano a ben 29 milioni in tutto il mondo, ed i numeri sono in crescita. Il nuovo farmaco rappresenta un beneficio enorme che rivoluzionerà le cure del diabete di tipo 1, detto anche diabete giovanile perchè colpisce già dall'infanzia o dall'adolescenza. Le cellule del pancreas che "muoiono" progressivamente per cause autoimmuni, lasciano gli individui privi dell'insulina necessaria a smaltire lo zucchero introdotto con il cibo. Il Sotaglifozin appartiene ad un tipo di molecola che, fino ad oggi, era stata testata solo per il diabete di tipo 2, causato da obesità o scorretta alimentazione.
Due farmaci simili, l’Empagliflozin e il Canagliflozin, avevano dimostrato la capacità di ridurre la mortalità del diabete di tipo 2 di un terzo, per cui si presume, e si spera, che il nuovo farmaco possa avere lo stesso effetto benefico sui pazienti con diabete giovanile.