Lo studio sulla correlazione tra elettrocardiogramma e Depressione, pubblicato sul "Journal of Psychiatric Research", è stato effettuato da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Padova, che hanno collaborato con i bioingegneri dell'Università di Pisa. Il team, capitanato dai professori Gentili e Palomba, e dal dottor Benvenuti, ha illustrato come sia possibile individuare soggetti predisposti alla depressione, studiando le correlazioni tra gli indici fisiologici ed elettrici e l'umore.

Un individuo che soffre di depressione, infatti, mostra alcune alterazioni elettrofisiologiche che si possono riscontrare mediante l'elettrocardiogramma.

Queste alterazioni, lette con una tecnica analitica particolare, svelano le probabilità di incorrere nel disturbo depressivo. Il primo autore dello studio, Claudio Gentili, docente di Psicologia Clinica, spiega come, con l'ausilio di un software di machine learning che i colleghi bioingegneri di Pisa hanno riadattato per la ricerca, sia stato possibile effettuare una stima del grado di depressione in alcuni pazienti che presentavano patologie cardiovascolari, e che venivano monitorati con l'elettrocardiogramma. È stata proprio un'attenta lettura dei loro tracciati ECG a rivelare la stretta connessione.

Il campione esaminato

La ricerca ha analizzato 31 pazienti tra i 60 e i 65 anni, in fase riabilitativa negli ospedali veneti dopo un intervento al cuore a causa di ischemia.

È stato misurato il loro livello di depressione mediante un'accurata scala clinica detta CES-D. Ogni soggetto ha poi dovuto rispondere ad un questionario di valutazione riguardante i rispettivi sintomi, l'umore giornaliero ed eventuali disturbi del sonno. Da qui si è stabilito un valore-soglia oltre il quale i pazienti sono stati ritenuti ad alta probabilità di depressione.

Un'ulteriore metodica, chiamata LASSO, ha confrontato il punteggio della scala clinica CES-D con i parametri di un elettrocardiogramma standard. Sembra complicato, ma le analisi hanno permesso di individuare i pazienti con sintomi di grave depressione con un'accuratezza pari al 90%.

Depressione ed ECG

Lo studio mostra come l'elettrocardiogramma sia utilizzabile come test di screening per scoprire la depressione, e si tratterebbe di un test molto economico e diffuso.

Certamente non può soppiantare la valutazione psicologia, ma può fornire informazioni ausiliari, dato che la complessità della patologia rende difficile quantificarla solo con un ECG.

Il lavoro svolto sui cardiopatici pone le basi per ulteriori percorsi di ricerca, e i risultati ottenuti andranno confrontati con quelli di altre categorie di individui affetti da disturbi depressivi. La spiegazione è semplice: esiste una netta correlazione tra umore ed attività cardiaca, proprio perché i soggetti depressi subiscono un rischio più grande di sviluppare malattie cardiovascolari e, allo stesso tempo, un paziente infartuato vede aumentare il rischio di episodi depressivi.