La carne rossa è uno di quegli alimenti che negli ultimi anni è stato particolarmente demonizzato, in quanto stando ad alcune ricerche andrebbe ad aumentare il rischio di sviluppare il cancro. Ma come stanno effettivamente le cose? Si tratta di un alimento che realmente può comportare un aumento del rischio di sviluppare una patologia di natura tumorale?
Carne rossa e cancro: esiste un legame?
In particolare a fare chiarezza sulla questione è l'Airc, l'Associazione italiana per la ricerca sul cancro. La nota associazione tende a fare dei distinguo.
Costituisce infatti un rischio per la Salute un consumo sproporzionato di carni rosse lavorate, ovvero gli insaccati, i salumi e la carne in scatola. Sono queste le carni, sottolinea l'associazione, che effettivamente possono aumentare l'incidenza dei tumori. Gli esperti in ogni caso sottolineano che il rischio di sviluppare una patologia tumorale va commisurato sia alla quantità che alla frequenza dei consumi. In questo senso un consumo per una due volte alla settimana di carne rossa non solo non fa male, ma anzi apporta al nostro organismo degli elementi molto importanti, quali la vitamina B12 e il ferro. Discorso diverso invece per le carni rosse lavorate, che a detta degli esperti, andrebbero consumate solo saltuariamente.
Ma qual è la ragione specifica per cui le carni possono fare male alla nostra salute?
Carni rosse lavorate: ecco perché fanno male alla salute
Il quotidiano Il Mattino ha posto direttamente la domanda agli esperti dell'Airc. In particolare i ricercatori hanno spiegato che nel caso di un consumo eccessivo di carni rosse il rischio è rappresentato dal modo con cui le proteine animali interagiscono con l'organismo.
In particolare possono risultare nocive le modalità di cottura in quanto possono alterare le molecole presenti rendendole potenzialmente pericolose per la nostra salute. Ad esempio se da un lato le temperature elevate servono a diminuire il rischio che le carni possano subire delle contaminazioni microbiologiche, è anche vero che nel corso del processo di cottura si formano delle sostanze, ad esempio le ammine eterocicliche, che potenzialmente risultano tossiche e cancerogene per l'organismo.
Queste sostanze nocive ad esempio sono molto presenti nella crosta bruciacchiata della carne. Pertanto per eliminare questo rischio è sempre bene evitare cotture eccessive ed ancora meglio sarebbe prediligere forme di cotture che non presentano questi problemi, ad esempio quelle al vapore. Inoltre va tenuto conto che le carni contengono anche grassi saturi e il ferro del gruppo eme. Si tratta di sostanze che se assunte con consumi eccessivi, innalzano i livelli del colesterolo e di insulina nel sangue, favorendo l'infiammazione dell'intestino. In tal modo aumenta il rischio di patologie tumorali, in particolare di quelle a carico del colon-retto. Se volete essere sempre informati su temi riguardanti la salute potete cliccare il tasto in alto a destra sul nome dell'autore.