Nei giorni scorsi sulla rivista Nature è stato pubblicato un interessante studio scientifico che ha avuto per protagonista l'Università di Modena e Reggio Emilia, in particolare il Centro di Medicina rigenerativa Stefano Ferrari. Lo studio in questione si riferiva ad un intervento avvenuto tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016 su un bambino siriano di 9 anni, affetto da epidermolisi bollosa, il nome scientifico della malattia con cui sono soliti essere identificati i cosiddetti bambini farfalla. Nato in Siria ma da anni residente in Germania con la sua famiglia, il piccolo era in fin di vita.

A salvarlo il primo intervento di terapia genica con cellule staminali epidermiche geneticamente corrette.

La storia del bambino farfalla siriano

Bochum, novembre 2015. Un bambino dell'età di 9 anni è sul punto di morire. Nei mesi precedenti ha iniziato a perdere progressivamente la pelle, arrivando a vivere senza l'80 per cento di essa. Una vita senza pelle non è possibile. Se non fosse per la ricerca italiana, il piccolo sarebbe morto fra atroci sofferenze, con ustioni su gran parte del corpo. Per evitargli il più possibile dolori fisici, all'ospedale di Bochum i dottori tedeschi avevano deciso di indurlo in coma farmacologico.

Per la salvezza del bambino farfalla si rivelò fondamentale l'interessamento del centro Stefano Ferrari, dell'Università di Modena e Reggio Emilia.

I ricercatori italiani furono in grado di ricreare una pelle nuova per il piccolo, correggendo il difetto genetico che aveva portato il bambino siriano di 9 anni a perdere l'80 per cento della pelle. Quest'ultima, dopo essere stata coltivata in laboratorio, venne poi trapiantata con successo. Oggi, il piccolo sta bene.

Cos'è l'epidermolisi bollosa

La malattia cui sono affetti i bambini farfalla porta alla perdita progressiva della pelle. Vengono definiti così perché la loro cute è fragilissima. Basta un semplice contatto con qualsiasi oggetto per subire dolorose bolle e lesioni. Non c'è bisogno di sottolineare come l'epidermolisi bollosa sia una malattia rara, che in Italia riguarda oltre 1.000 bambini (dati riferiti al 2016).

A causarla è un "difetto nei geni che producono le proteine responsabili dell'adesione dell'epidermide al derma". A riportare tali informazioni è Michele De Luca, attualmente direttore del Stefano Ferrari, il Centro di medicina rigenerativa che collabora con l'Università di Modena e Reggio Emilia, il cui studio è stato pubblicato di recente, come ricordato in anteprima, sulla rivista Nature.