Nicox, una società fondata nel 1995 grazie ad una cordata finanziaria che vedeva come capofila la Sofinnova Partners, ha il suo centro ricerche nella provincia di Milano, ed è specializzata nel settore oftalmico. Ora ha ricevuto il via libera dalla FDA (Food and Drug Administration) alla commercializzazione negli Stati Uniti di Vyzulta, un farmaco in grado di ridurre la pressione intraoculare nei pazienti affetti da glaucoma o da ipertensione oculare. Patologie che, se non adeguatamente controllate, possono portare a cecità.

Un altro successo targato Italia

La ricerca italiana, in campo farmaceutico, annovera diverse eccellenze, nonostante una politica che fa della ricerca più una bandiera che un asset strategico. Ma le idee non mancano e neanche le capacità, così dove mancano gli investimenti pubblici arrivano gli investimenti privati. E’ proprio il caso di Nicox, una società francese nata nel 1995 e approdata in borsa nel 2001, anno in cui ha aperto, vicino Milano, un centro di ricerca di eccellenza. Grazie ad una cordata di Venture Capital, capeggiata da Sofinnova Partners, sta conducendo ricerche finalizzate allo sviluppo di nuovi farmaci in ambito oftalmico.

Questi giorni, dopo l’approvazione da parte dell’FDA, Nicox si prepara al lancio sul mercato americano di Vyzulta, derivato della prostaglandina F2alfa (PGF2alfa) che libera monossido di azoto.

Un farmaco in grado di ridurre la pressione intraoculare nei pazienti affetti da glaucoma o da ipertensione oculare. Si tratta di una formulazione in gocce, da mettere nell’occhio una volta al giorno, la mattina. E possibile somministrarlo anche con altre gocce oftalmiche, a distanza di almeno 5 min.

Nella sperimentazione clinica, Vyzulta (collirio soluzione a base di Latanoprostene bunod), ha mostrato di essere in grado di ridurre la pressione endoculare del 30%.

E si è dimostrato più efficace nel confronto con altri farmaci, come le gocce oftalmiche a base di timololo maleato (collirio soluzione 0.5%) - studi clinici di fase III APOLLO e LUNAR, (831 volontari), o a base di latanoprost (collirio soluzione 0.005%) - studio fase clinico di Fase II VOYAGER (413 volontari).

Glaucoma, una malattia molto frequente

Si stima che nel mondo ne soffrono circa 55 milioni di persone ed è una delle cause più frequenti di ipo-visione o cecità. In Italia ne soffrono circa 2 milioni, anche se la maggior parte di questi soggetti, essendo in una fase precoce, ignora di esserne affetto. E’ importante, tuttavia, arrivare ad una diagnosi precoce che, associata alle giuste terapie, può bloccare l’evoluzione della malattia limitando al minimo i danni alla vista.

Per comprendere meglio questa patologia diamo un’occhiata all’anatomia dell’occhio. All’interno del bulbo oculare scorre un liquido nutritivo per le strutture oculari, e che assomiglia all'acqua, per questo chiamato umor acqueo.

Questo liquido è in continuo deflusso, attraverso specifiche vie di scorrimento. Se queste vie si ostruiscono, la pressione all’interno del bulbo aumenta, superando i livelli normali di 14-16 mmHg. Se tale aumento di pressione permane a lungo, ad essere danneggiato è il nervo ottico, che poi è l’elemento di collegamento dei segnali visivi al cervello. E questo consente la visione. E’ pertanto intuibile che se il nervo ottico viene danneggiato, la visione è alterata (ipo-visione), fino ad arrivare alla cecità. E’ una patologia tipica della terza età. Inizia a colpire già a 40 anni ma l’incidenza aumenta con gli anni (il doppio a 60 anni e 5 volte tanto dopo i 70 anni).

I farmaci fin qui usati sono i beta-bloccanti (es.

Betaxololo, Levobunololo, Metoprololo, Timololo), gli inibitori dell’anidrasi carbonica (es. Acetazolamide, Brinzolamide, Dorzolamide) e le prostaglandine (Latanoprost, Travoprost, Bimatoprost). Vyzulta appartiene proprio all’ultima generazione di prostaglandine.