Il mondo contemporaneo spinge tutte le persone a correre sempre più velocemente in ogni ambito della vita quotidiana: in famiglia, nello sport, nello studio, nel lavoro e nelle relazioni con gli altri. La rapidità delle nuove scoperte e della tecnologia operano da motore propulsore anche per gli esseri umani, che per stare al passo delle innovazioni devono necessariamente adeguarsi alla celerità esterna. Perciò tutte le azioni della giornate vengono svolte nel modo più rapido possibile per evitare 'inutili' sprechi di tempo. Anche a tavola, dove spesso mangiare diventa un mero riempirsi lo stomaco per poi riprendere al più presto le proprie attività.
Ma pranzare o cenare troppo velocemente fa male e può causare un grave problema.
Sindrome metabolica: cosa è e da cosa deriva
Tante sono le potenziali conseguenze negative che potrebbeco colpire chi non dedica il giusto tempo per la consumazione dei pasti, dalla difficoltà nella digestione al gonfiore fino ai disturbi gastrointestinali. Ma un disturbo alimentare poco conosciuto può nascondere dei pericoli per il Benessere del corpo umano: la sindrome metabolica. Questa sindrome è definita come una condizione patologica costituita da un insieme variabile di fattori di pericolo. Le situazioni che possono far scattare un campanello d'allarme sono cinque: l'obesità, i bassi livelli di 'colesterolo buono', gli alti valori di trigliceridi ed infine gli elevati livelli di pressione o di glicemia.
Studio dal Giappone rivela perchè mangiare lentamente fa bene
E' stato un recente studio effettuato dall'università giapponese di Hiroshima a determinare la pericolosità e la gravità della sindrome metabolica, confermando a viceversa che mangiare lentamente fa bene alla salute. La ricerca nipponica, durata cinque anni, ha coinvolto 642 uomini e 441 donne, di cui i ricercatori hanno monitorato peso e andamento di alcuni parametri vitali.
Prima di cominciare la Ricerca scientifica, il migliaio di persone 'esaminate' è stato sottoposto a delle domande per conoscere le loro abitudini alimentari, per poi essere divisi in tre gruppi (mangiatori veloci, mangiatori normali, mangiatori lenti) a seconda della rapidità con cui consumavano un pasto. Al termine dei cinque anni, gli scienziati hanno esaminato i cambiamenti rilevati nel peso e nei parametri dei volontari con quanto avevano appreso sulle loro abitudini alimentari, scoprendo nel gruppo dei mangiatori veloci l'incidenza della sindrome metabolica è risultata pari all'11,6%, contro il 6,5% dei mangiatori normali e il 2,3% dei mangiatori lenti.
Lo studio di Hiroshima ha inoltre rilevato che i mangiatori veloci tendono maggiormente ad avere problemi di obesità e di accumulo di grasso addominale.
Prendersi più tempo per mangiare non può far altro che bene.