La chirurgia probabilmente è la branca medica che in questi ultimi anni ha maggiormente beneficiato degli apporti derivanti da altri saperi, ad esempio dalla tecnologia. Oggi grazie all'utilizzo di strumenti sempre più complessi gli interventi chirurgici rappresentano uno dei capitoli più felici e riusciti della scienza medica. Inoltre se fino a pochi anni fa alcune patologie necessitavano dell'intervento chirurgico, oggi invece non è più così, in quanto i pazienti possono optare per alternative altrettanto valide.
Trattamento delle cardiopatie strutturali
In particolare, rimanendo sempre in tema di interventi chirurgici, sono emerse delle importanti novità al 79esimo congresso della Società italiana di cardiologia che si è svolto in questi giorni a Roma. Nell'ambito del Congresso, uno dei temi maggiormente trattati ha riguardato il trattamento delle cardiopatie strutturali, ovvero la possibilità di intervenire sulle valvole cardiache che non funzionano a dovere per via percutanea senza l'utilizzo di bisturi o strumenti similari. Si tratta di una novità molto importante soprattutto per i pazienti cardiopatici anziani. Questo nuovo trattamento potrà essere utilizzato anche in caso di stenosi aortica degenerativa, che stando alle ultime statistiche è una patologia che nei prossimi anni crescerà in maniera esponenziale.
Purtroppo, non esistendo una terapia farmacologica per la cura di questa patologia, nel caso in cui essa si verifichi, se non si impianta una nuova valvola, la percentuale di decessi tra i pazienti colpiti risulta molto elevata nell'arco di due o tre anni dalla diagnosi.
Novità per il trattamento della valvola aortica
La Società italiana di cardiologia in collaborazione col Gise ha presentato le nuove linee guide per il trattamento di questa patologia per l'utilizzo della Tavi.
Ma cos'è la Tavi? Una tecnica che consiste nell'impianto di una valvola di maiale attraverso un catetere che viene inserito in una arteria della gamba. Questa metodica rivoluzionaria consente quindi l'inserimento della valvola cardiaca introducendola dall'arteria femorale. Ciro Indolfi, che è presidente eletto della società italiana di cardiologia, ha spiegato che è possibile effettuare un impianto valvolare percutaneo anche nei pazienti che presentano un rischio intermedio, ovvero che non hanno un alto rischio chirurgico.
Sempre Indolfi sottolinea che a beneficiare di questa nuova possibilità terapeutica, in considerazione degli ottimi risultati che sono stati ottenuti in termini di allungamento della speranza di vita oltre che della minore invasività dell'operazione e della maggiore efficacia rispetto all'intervento chirurgico, dovrebbero essere molti più pazienti.
Stenosi aortica: cos'è
La stenosi aortica è la patologia valvolare più frequente in Italia. Consiste nel restringimento della valvola aortica. Per effetto di questa ostruzione il ventricolo sinistro aumentando la propria pressione produce un aumento di volume della parete cardiaca. La fascia di età che risulta più a rischio è compresa tra i 60 e i 70 anni.
Se non viene opportunamente trattata, la stenosi aortica è causa di morte nel 50% dei pazienti a distanza di 3 anni dall'esordio dei sintomi. La stenosi valvolare aortica può essere congenita nel caso in cui dipenda dalle malformazioni, come nel caso della bicuspidia aortica, oppure può derivare da patologie di origine reumatica, come nel caso di una infezione batterica non curata a dovere. La causa più frequente riguarda però la degenerazione calcifica che si correla al processo di invecchiamento e pertanto si può manifestare in genere dopo i 65 anni di età. L'ecocardiografia è l'esame diagnostico più indicato per accertarla.