Durante il Body Hacking Con, in corso in questi giorni ad Austin, in Texas, il biohacker Aaron Traywick, giovane amministratore 28enne di Ascendance Biomedical, in diretta su Facebook si è iniettato quello che lui stesso ha definito il primo vaccino prodotto con biotecnologie, che dovrebbe rappresentare la prima cura al mondo contro il virus dell'Herpes simplex di tipo 2.
Il biohacker, in effetti, non è nuovo a trovate di questo genere: attraverso la sua società ha cercato, più volte, di bypassare le procedure di sicurezza per immettere in commercio dei farmaci della FDA americana.
Ma questa sua ultima uscita rischia di essere decisamente pericolosa, poiché il vaccino non è mai stato testato. Di conseguenza, non se ne conoscono gli eventuali effetti collaterali, né tanto meno la sua efficacia nel combattere il virus. Ad ogni modo, il copyright del vaccino contro l'herpes simplex non è di Traywick.
Da dove nasce l'idea del vaccino
La genesi del vaccino contro l'herpes simplex è legata all'intuizione di un altro biohacker, Andreas Stuermer, il quale ha letto in un articolo divulgativo che alla base del meccanismo di contagio della malattia vi sarebbe la glicoproteina D. E così, se si fosse riusciti ad inibire l'azione della proteina, se ne sarebbe potuta evitare la trasmissione.
Il progetto del vaccino
Da questa intuizione è nata una collaborazione fra i due biohacker. Traywick, infatti, ha messo a disposizione di Stuermer le risorse e il personale scientifico della sua azienda, e insieme hanno verificato l'ipotesi di partenza, andando ad eliminare dalla superficie del virus la glicoproteina D. I risultati su questo vaccino geneticamente modificato sarebbero dovuti essere presentati proprio ad Austin, ma il progetto ha subito dei forti ritardi.
Per questo motivo, Traywick ha voluto accelerare i tempi decidendo di fare da vera e propria cavia umana per la sperimentazione. Si tratta, però, di una cavia molto particolare, visto che il biohacker ha già contratto il virus 5 anni fa. Proprio per tale ragione, si è detto piuttosto sicuro che il suo organismo sia in grado di sviluppare i necessari anticorpi.
Da parte sua La FDA, anche se in situazioni analoghe ha messo in guardia il grande pubblico dai potenziali pericoli di terapie geniche fai-da-te, non è dotata dell'autorità necessaria per poter intervenire. L'ente governativo, infatti, non ha commentato ufficialmente la vicenda. Ad oggi Aaron Traywick sta bene: solo il tempo potrà dire se avrà avuto ragione.