Al Policlinico "Gemelli" di Roma è stato presentato un progetto di ricerca che prende il nome di "La rabbia che non si vede", e mira ad individuare psicopatologie già dai primi anni d'infanzia, ovvero a fare prevenzione rilevando indicatori di rischio nei soggetti fin dalla tenera età, dal valore puramente indicativo. Ma vediamo di cosa si tratta.

In cosa consiste il progetto del Policlinico Gemelli

Innanzitutto è dedicata a bambini e ragazzi differenziati per cinque fasce d'età (0- 2 anni, 3-5, 6-7, 8-10 e 11-14) a cui dovrebbero essere somministrati dei test semplici in grado però di "misurare" scientificamente l'aggressività dei minori.

In base ai risultati, ci si può accertare sulle condizioni del bambino attraverso tre gradi indicativi (basso, intermedio, alto) che dovrebbero dare risposte esaurienti circa la tendenza al ritiro dalla scuola (e conseguente ritiro sociale), la tendenza al cyberbullismo e la tendenza alla tossicodipendenza.

Un progetto italiano dalla durata di due anni

Il progetto è promosso dal Centro pediatrico interdipartimentale per la Psicopatologia da web della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli e sostenuto dalla Comunità Incontro onlus, con lo scopo di offrire adeguata prevenzione sulle dipendenze patologiche. Ma in base a cosa viene promossa una iniziativa del genere?

Lo psichiatra Federico Tonioni spiega che l'uomo prende coscienza del mondo che lo circonda grazie essenzialmente all'esplorazione e all'interazione con il prossimo.

Queste spinte inevitabilmente cominciano con l'aggressività in quanto parte integrante degli esseri umani. E' per l'appunto l'aggressività che spinge il bambino a camminare insistendo e il ragazzo ad uscire di casa da solo per le prime volte.

L'aggressività sana e l'aggressività nociva

Fino a che l'aggressività spinge a fare determinate scelte che si rivelano poi necessarie non c'è niente di cui preoccuparsi.

Ma nel momento in cui questa aggressività va oltre si parla di "rabbia che non si vede". Sempre secondo Tonioni questo può portare a scarsa autostima e a disturbi dell'apprendimento. Tutto sta nell'individuare quale sia l'aggressività sana, che favorisce l'adattamento sociale, e quella nociva, che porta inevitabilmente a comportamenti che minano l'aggressività "produttiva".

Per esempio, si può parlare di aggressività negativa quando c'è poca tolleranza alle regole e nei confronti degli individui che lo circondano. Tutto sta nel fare questo semplicissimo test con cinque possibilità di risposta.