Secondo un recente articolo di Alice Park (TIME) riguardo il lavoro di George Church, i suini geneticamente modificati sarebbero la possibile futura alternativa a quella che sino ad oggi è l'unica speranza per rimpiazzare un organo malato, che sia cuore, fegato, rene o polmone, visto che si può solo riceverlo direttamente da un donatore di organi. Anche in questo caso molte persone hanno difficoltà a trovare la giusta corrispondenza genetica con il donatore e, purtroppo, migliaia di persone muoiono ogni anno nell'attesa di riceverlo.

Cosa è stato fatto sino ad oggi

Una possibile soluzione è data dalla ricombinazione genetica. Lo scorso agosto, infatti, un gruppo di scienziati guidati da George Church, professore di genetica alla scuola di medicina di Harvard, ha creato una dozzina di maiali geneticamente modificati depurandoli da una serie di virus che potrebbero rendere inutilizzabili i loro organi per il trapianto: infatti, spesso, il loro genoma contiene del DNA virale che può causare infezioni o perfino tumori in alcuni tessuti.

Church e la sua squadra si sono assicurati che tutti i tessuti fossero epurati dai virus clonando degli embrioni a partire dalla cellula mutata con la ricombinazione genetica: dei 37 nati, solo in 15 sono sopravvissuti e nessuno di essi aveva traccia di virus nel suo genoma.

Creare tessuti in laboratorio è abbastanza futuristico, condividerne uno con un maiale non è sicuramente da meno, va detto però che già oggi, per quanto riguarda alcune patologie valvolari cardiache, l'unica alternativa alla sostituzione con valvola meccanica, che obbliga il paziente ad una terapia anticoagulante a vita, è proprio la valvola biologica di origine suina, opportunamente trattata.

Ad ogni modo Church spera che i primi studi clinici sullo xeno-trapianto suino-uomo possano avere inizio almeno nei prossimi due anni, per poter in futuro abbattere in parte le lunghe liste d'attesa che devono affrontare i pazienti.

Cosa ci aspetta in futuro

Per Church che ha creato la società eGenesis, depurare il DNA suino dai geni virali è solo l'inizio, grazie proprio alle nuove tecniche di ricombinazione genica, lui scommette di riuscire in futuro a modificare la restante parte del codice, eliminando tutte quelle porzioni la cui espressione nei diversi tessuti, li rende ad oggi, ancora incompatibili per il trapianto nel corpo umano.

Inoltre l'altro importante obiettivo della ricombinazione è quello di riuscire a far venir meno la necessità di utilizzare tutti quei farmaci immunosoppressori che, al momento, sono prassi obbligatoria per tutti i pazienti che si sottopongono ad un trapianto, rendendo molto difficile il post-operatorio.

Ma non solo. Effettivamente se fosse possibile arrivare a questo, allora il trapianto di tessuti potrebbe anche diventare un modo per prevenire alcune delle malattie più comuni: citando Church, infatti, "le cellule e gli organi che sono resistenti a cancro, patogeni e invecchiamento potrebbero essere migliori in senso preventivo rispetto ai normali organi umani che vengono sostituiti".