Il tema delle tecniche di editing genetico sta diventando sempre più di stretta attualità. Secondo uno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista "Science", e ripreso dal "Corriere della Sera", un gruppo di ricercatori internazionali dovrebbe essere in grado, entro un paio di anni, di effettuare trapianti di organi di maiali geneticamente modificati direttamente su pazienti umani senza alcun rischio. I suini, infatti, sono considerati dalla maggioranza degli scienziati come la razza animale che presenta maggiori similitudini, relativamente agli organi interni, con l'uomo.

La ricerca, coordinata dalla società di biotecnologie eGenesis di Cambridge, ha coinvolto ricercatori di Danimarca, Cina e America. È stata utilizzata la tecnica di editing nota come Crispr-Cas9, di cui avevamo dato conto in precedenti articoli.

Ottenuto un risultato mai raggiunto prima

Questo nuovo esperimento ha ottenuto un risultato mai raggiunto prima d'ora su degli esseri viventi. Si è riusciti, infatti, ad ottenere l'eliminazione completa dei pericolosi retrovirus endogeni porcini. Si tratta di particolari virus che, di norma, riescono ad integrarsi con il DNA, e rimangono quiescenti al suo interno fino a quando, una volta rilasciati, possono causare delle gravi infezioni a seguito dei trapianti d'organo.

I ricercatori hanno individuato la posizione esatta dei virus all'interno del codice genetico, e hanno utilizzato la Crispr per eliminarlo.

Le cellule così modificate sono state impiantate in cellule uovo private del nucleo. Successivamente gli embrioni sono stati inseriti nell'utero di una scrofa. Sono nati così, dei cuccioli di maiale privi del virus, alcuni dei quali sono rimasti in vita a distanza di 4 mesi dalla nascita.

Le prospettive nel settore dei trapianti d'organo

I cuccioli di maiale geneticamente modificati saranno sottoposti ad un attento monitoraggio per verificare che non insorgano complicanze o problemi a distanza di tempo. Secondo George Church, del gruppo di Harvard, che ha partecipato all'esperimento, sarà possibile procedere al primo trapianto entro due anni.

D'altra parte, anche se la comunità scientifica nella sua interezza considera la scoperta un eccezionale passo avanti, alcuni studiosi come David Sachs, professore di chirurgia alla Columbia University, invitano alla calma e ritengono che ci vorrà ancora del tempo.

Comunque, lo sviluppo e il progresso di queste tecniche potrebbero ovviare alla carenza di organi da trapiantare. Infatti, come riferisce il "Corriere della Sera", lo scorso anno solo negli Stati Uniti sono stati trapiantati circa 34mila pazienti, ma quelli in lista d'attesa erano circa 117mila. Inoltre ogni giorno - sempre negli States - muoiono circa 20 persone a causa della mancanza di organi. Ad ogni modo, col tempo andranno prese in considerazione anche le eventuali obiezioni di natura religiosa da parte di credenti ebrei e musulmani che certamente rifiuterebbero di farsi trapiantare organi provenienti da suini.