Buccia non edibile: è questa la dicitura che da qualche tempo troviamo sulle buste di agrumi o sulle tabelle informative della frutta sfusa. Un termine non proprio alla portata di tutti ma che significa non commestibile e neanche utilizzabile grattugiata o come ingrediente di cocktails. Perchè la buccia di gran parte degli agrumi in commercio non può essere mangiata? Perchè gli agrumi più diffusi, arance, limoni, mandarini, pompelmi e lime, sono stati trattati onde evitare la formazione di muffe, con sostanze cancerogene e mutagene, spesso bandite dall'uso agricolo già 20 o 30 anni fa.

Inoltre si aggiungono cere per lucidarli e per rendere il loro aspetto migliore. Il consumatore, ignaro di cosa ci sia in superficie, chiaramente sceglie l'agrume con l'aspetto migliore, quello più lucido e senza macchie nerastre, senza sapere che è contaminato dalle suddette sostanze. Magari poi decide di fare una marmellata fatta in casa e quindi più sana o usa la buccia grattugiata di limone nelle sue ricette.

Le sostanze cancerogene

Gli agrumi vengono ricoperti con alcuni additivi simili alle paraffine, che conferiscono un aspetto lucido ed uniforme, che sono il difenile, l'ortofenilfenolo e l'ortofenilfenolo sodico, spesso noti con le sigle E 230, E 231ed E 232. Inoltre si aggiungono fungicidi ed antiparassitari come il tiabendazolo, o E 233, o il potente imazalil.

Raramente si usano la cera d'api o la cera carnauba per lucidare, con le sigle E 901 ed E 903, o la cera polietilenica ossidata, E 914, che sono usate anche dall'industria dolciaria per rivestire le caramelle. Queste ultime sostanze, insieme alla gommalacca, ottenuta da secrezioni di insetti, non sono nocive ma per i vegani rappresentano un ostacolo se consideriamo che gran parte della loro dieta è costituita da frutta e verdura.

La gommalacca, inoltre, va a sigillare i pori della buccia per cui il frutto "non respira": in questo modo si rallentano le sue funzioni metaboliche e la sua durata aumenta.

Perchè si usano gli antifungini

Gli agrumi sono spesso attaccati da muffe del genere Aspergillum e Pennicillum, e le spore che si diffondono nell'aria riescono a contaminarne un gran numero, se i frutti si trovano vicini, Quindi soprattutto la frutta destinata al trasporto e all'esportazione viene sottoposta ad un trattamento che eviti la distruzione di buona parte del carico, soprattutto se il trasporto viene effettuato in containers, un ambiente caldo umido perfetto per la proliferazione di muffe.

Da qui si evince che tutta la frutta proveniente da Paesi extraeuropei venga trattata con fungicidi. Le muffe si formano anche nei periodi di stoccaggio, per cui, per non perdere parte delle vendite, le Autorità sanitarie in Europa e in Italia hanno permesso di trattare in superficie gli agrumi con prodotti antimuffa, come bifenili e tiabendazolo, mentre oltreoceano si impiegano sostanze ben più pericolose.

L'interno del frutto è sano?

Non è ancora chiaro però se i trattamenti possano penetrare all'interno del frutto e in quale misura: le sostanze chimiche devono essere utilizzate su frutti già raccolti perchè si presume che non entrino e dal momento che le bucce dovrebbero essere scartate il pericolo non esiste.

Ma alcune analisi hanno riscontrato la presenza dei fungicidi anche all'interno e in ogni caso le bucce vengono utilizzate nella preparazione di dolci, marmellate o consumate crude. Quindi l'etichetta giusta dovrebbe essere "frutto non edibile"?