L'ornitorinco (Ornithorhynchus anatinus) è da sempre considerato uno degli animali più strani presenti al mondo. Basti pensare allo strano aspetto di questo mammifero nativo dell'Australia orientale: becco e zampe palmate come quelle di un'anatra, coda di castoro, il corpo simile a una lontra; l'ornitorinco è inoltre l'unico animale a venire considerato un mammifero nonostante deponga le uova, perché, una volta nati i piccoli, la madre li allatta fino a che non diventano in grado di nuotare da soli. Ed è proprio nel latte dell'ornitorinco che si nasconde il segreto per il futuro degli antibiotici.

Una nuova proteina potrebbe rivoluzionare la battaglia contro i "superbatteri"

Un team di ricerca australiano, il Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO), guidato dalla dottoressa Janet Newman è infatti riuscito a rintracciare all'interno del latte del mammifero una proteina, denominata dal team "Shirley Temple", con fortissime proprietà antibatteriche che sarebbero in grado di combattere la resistenza agli antibiotici, una delle preoccupazioni più grandi per la sanità mondiale.

Il team, una volta risalito alla natura della proteina, spera di poterla infatti ricreare in laboratorio per sviluppare così nuovi farmaci antibiotici in grado di contrastare l'effetto dei cosiddetti "superbatteri".

Ma perché proprio il latte di ornitorinco?

La risposta sta ancora nella sua natura peculiare e unica: l'ornitorinco infatti, a differenza di tutti i mammiferi che allattano attraverso le mammelle, "trasuda" il suo latte da alcune fessure che si trovano sul suo ventre, mentre i piccoli si nutrono leccandolo sul suo pelo.

Sarebbe proprio questa la caratteristica che gli ha permesso di sviluppare tale proteina: infatti, essendo il pelo dell'animale esposto a una notevole quantità di batteri e organismi patogeni, il latte trasudato ha bisogno di altrettante proprietà antibiotiche per far sì che la salute dei piccoli non venga compromessa.

Il fenomeno dell'antibiotico-resistenza

Sempre più sono i casi in cui si riscontra un mancato funzionamento degli antibiotici tradizionali sui batteri, complice l'abuso fatto nel corso degli anni e la naturale evoluzione di questi microrganismi, che nel tempo hanno sviluppato alcune mutazioni che li rendono resistenti all'effetto antibiotico, minacciando che malattie come la salmonella tornino ad essere incurabili.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha lanciato un vero e proprio allarme, stimando che nei prossimi trent'anni si arriveranno ad avere almeno 10 milioni di morti l'anno legate a questo fenomeno, un dato che sottolinea e evidenzia la gravità del problema.