Non vi è dubbio che la scoperta degli antibiotici ha letteralmente rivoluzionato la storia della medicina. Fino a 70-80 anni fa bastava anche una modesta ferita a procurare la morte di un uomo forte e robusto nel caso in cui si fosse infettata. Se volessimo quindi stilare una sorta di hit parade delle scoperte più importanti avvenute in campo medico, gli antibiotici assieme probabilmente ai vaccini si guadagnerebbero il primo posto. Tuttavia i progressi sono stati raggiunti con la scoperta di questi farmaci potrebbero essere vanificati dal fenomeno dell'antibiotico-resistenza.

Andiamo a considerare più nello specifico in cosa consiste.

Antibiotico-resistenza: cos'è

Lo sviluppo della resistenza di alcuni ceppi batterici a questi farmaci fa parte del normale processo evolutivo. Per dirla con l'aforisma del grande filosofo Nietzsche "Ciò che non mi uccide mi rafforza" e qualcosa di analogo accade anche con i microrganismi che riescono a sopravvivere agli antibiotici. Eliminati i batteri sensibili all'azione del farmaco, quelli resistenti più adatti a sopravvivere prendono il sopravvento e quindi l'antibiotico deve essere cambiato. Il problema però è che i batteri resistenti rimanendo nell'ambiente possono trasmettersi anche ad altre persone. Un'altra ragione per cui i batteri divengono resistenti dipende anche dall'uso spesso scriteriato che è stato fatto di questi preziosi farmaci, che vengono prescritti anche quando sono del tutto inutili, ad esempio nel caso dell'influenza.

Fatto sta che l'allarme sulla diffusione di superbatteri sempre più resistenti all'uso degli antibiotici è stato lanciato dall'Organizzazione Mondiale della sanità già nel 2015. Tuttavia vi è un sistema molto semplice per prevenire le infezioni nell'ambito ospedaliero: ovvero lavarsi accuratamente le mani. In questo senso sempre l'Oms ogni anno promuove la Giornata mondiale dell'igiene delle mani.

Stando alle stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità da qui al 2050 i superbatteri resistenti agli antibiotici causeranno 10 milioni di morti nel mondo, più di quelli dovuti alle patologie tumorali. Ma qual è la situazione in Italia?

Antibiotico resistenza in Italia

Nel nostro paese la specie batterica Klebsiella pneumoniae risulta resistente a tutti gli antibiotici, inclusi quelli di ultima linea, ovvero i carbapenemi. In particolare la percentuale di resistenza arriva al 34% che è tra le più alte riscontrate in Europa assieme a quelle della Grecia e della Romania.