Una nuova ricerca, condotta dallo studioso Ricky Green e dal professor Karen Douglas, della Scuola di Psicologia dell’Università di Kent, ha dimostrato che i bambini che hanno subito maltrattamenti o vissuto esperienze negative infantili più “leggere” possono sviluppare più facilmente forme di mania di persecuzione, la quale consiste essenzialmente nel pensare che esistano non solo teorie, ma un vero e proprio universo cospiratore - astratto e concreto - che architetta contro la propria vita.

Lo studio

I due ricercatori hanno condotto un paio di studi in cui i partecipanti erano caratterizzati da un attaccamento insicuro e ansioso nei confronti della figura genitoriale.

Cosa significa? Ognuno di noi sviluppa sin dalla nascita e attraverso la prima e seconda infanzia un legame molto potente con la figura di riferimento principale, di solito quest’ultima è la madre ma possono esserci ovviamente delle eccezioni. Questo legame è definito attaccamento, e si suddivide in tre categorie: un attaccamento sicuro, insicuro evitante ed infine insicuro ansioso-ambivalente. Un legame insicuro e ansioso con il proprio genitore è caratterizzato da un rapporto di oscillazione tra la disponibilità del genitore e lunghi periodi di assenza di quest’ultimo. Il bambino si trova dunque a dover fare affidamento su una figura che sente invece incerta, indisponente all’esplorazione dell’ignoto e inadatta alle richieste di aiuto; di conseguenza la reazione è quella di un morboso attaccamento nei confronti del genitore, ovvero di tutto ciò che si conosce: il noto diventa il proprio porto sicuro, l'ignoto, ovvero l'ambiente circostante e sconosciuto diventa invece un nemico.

Questa tipologia di attaccamento, così come le altre, si rifletterà successivamente in molti aspetti della vita adulta della persona, come ad esempio la scelta delle amicizie e delle proprie abitudini.

Evidenze

La ricerca ha evidenziato come queste persone non credano solo a nozioni generali si cospirazioni, ma anche a teorie molto specifiche come ad esempio quella sull’assassinio della principessa Diana o dell’esistenza di sette massoniche o, ancora, alla totale inaffidabilità della scienza.

Insieme all’attaccamento ansioso-ambivalente la ricerca tiene conto anche dell’emotività, dell’educazione, età, autostima e religiosità delle persone; provando ancora una volta come la relazione con i propri genitori influenzi enormemente non solo come la persona interagisce con gli altri, ma anche le sue visioni del mondo, sebbene questa correlazione non debba essere letta in chiave deterministica.