I tumori al giorno d’oggi sono fra la patologie che fanno più paura agli esseri umani per via degli effetti devastanti che arrecano all’organismo. Diagnosticare subito la problematica consente di scongiurare il diffondersi delle cellule infette in modo smisurato e ovviamente di evitare che queste vadano a danneggiare altre parti vitali del paziente affetto dalla patologia. Le ricerche del settore hanno fatto diversi passi avanti nel corso degli anni, sia per capire le cause scatenanti sia per limitare la diffusione della cellula tumorale. Una volta trovato il male, le terapie per cercare di ‘sconfiggerlo’, ad oggi, vanno ad intaccare anche altre funzioni vitali; non è infatti di certo una nuova scoperta che chemio e radioterapia abbiano innumerevoli effetti collaterali sul corpo sottoposto a tali pratiche, in taluni casi anche vitali.
La proteina che sviluppa le cellule del carcinoma
Come detto, le ricerche del settore sono innumerevoli, nelle ultime settimane però sono venute a galla quelle dell’Università di Siena che ha studiato alcuni casi di cancro e il perché dell’impossibilità da parte dell’organismo di attivare le difese immunitarie per debellare le cellule tumorali. La ‘colpa’ è da addossare ad una proteina, in particolare la Erk-2. In presenza del male, sarebbe proprio quest’ultima a bloccare per cosi dire l’intervento del sistema immunitario; in pratica tale proteina va a vantaggio dei tumori. Non appena l’organismo avverte l’insorgenza delle cellule tumorali, attraverso la Erk-2 va a moltiplicare tali cellule riprogrammandole in evidenti quantità.
Detto ciò, cerando di limitare il potere di queste proteine, si va anche a bloccare il diffondersi delle cellule tumorali: molto importanti dunque i risultati degli studi condotti in Italia che potrebbero cosi, in diversi casi, ridurre gli effetti e il proliferare del tumore.
Ecco le nuove scoperte in merito ai tumori
Se si riesce a colpire i macrofagi pretumorali è possibile combattere con più efficacia il male, andando ad estirpare la proteina Erk-5, una valida metodologia di terapia anti-cancro.
A riferirlo è stato Emanuele Giurisate, professore dell’Università di Siena del dipartimento di Medicina Molecolare, uno degli artefici principali dello studio, che sostiene come, dopo una serie di esperimenti sui topi, in assenza della Erk-5 è stata riscontrata anche una ridotta presenza del carcinoma e in contemporanea anche il presentarsi di uno stato infiammatorio anti-tumorale.