50 arresti cardiaci in 6 giorni: è questo il numero impressionante di attacchi che le cellule impazzite del cuore di una trentunenne napoletana hanno causato. Sembra che tutto ciò sia dovuto ad alcune cellule cardiache che non rispondevano più correttamente agli stimoli nervosi e ciò può portare a morte certa, in pochissimo tempo. La donna, dopo un ricovero all'Ospedale del Mare di Napoli, pareva spacciata.
Se non fosse per una piccola speranza
La speranza si riaccende quando l'equipe di Napoli decide, come extrema ratio, di far esaminare l'elettrocardiogramma della donna ad un medico di Napoli, Carlo Pappone, che lavora all'Ospedale di San Donato.
L'unica speranza è il trasferimento immediato: la donna viene portata a Milano su un aereo militare, attrezzato per la rianimazione d'emergenza, che viene attuata almeno otto volte durante il volo. Il cuore di Katia resiste, grazie alle scariche quasi continue date dal defibrillatore utilizzato dai rianimatori.
Il ricovero è immediato, così come l'operazione di elettroablazione, che consente di rendere inattive le cellule impazzite che causano la gravissima aritmia di cui è stata vittima. L'operazione è in sé eccezionale: normalmente, infatti, gli attacchi di fibrillazione non sono continuativi, quindi consentono di poter operare su un cuore stabile. La donna, invece, presenta un susseguirsi di fibrillazioni che lasciano poco tempo e poco spazio ai medici: questione di secondi per poter agire tramite il catetere posizionato nel punto preciso dove viene fatta passare la corrente elettrica, che depolarizzerà le cellule responsabili della fibrillazione.
L'intervento tiene tutti con il fiato sospeso
Katia è madre di una bambina di tre mesi, il marito e la sua famiglia sono fuori ad attendere. L'intervento riesce, ma bisognerà attendere per verificare l'esito neurologico: i medici non sono infatti certi che il decorso operatorio sia scevro da danni al cervello. La donna sorprendentemente esce dal coma dopo pochi giorni e si riprende, contro ogni speranza.
«Oggi vivo la mia nuova vita — dice la donna — e sono ancora incredula per tutto quello che mi è accaduto». La riabilitazione cardiaca sarà lunga e impegnativa, ma Katia non vede l'ora di tornare alla sua vita, salva grazie alla suocera che le ha praticato la prima manovra d'emergenza. Per una volta, di fronte a tanti casi di malasanità, un'eccellente sincronia fra due equipe mediche ha consentito un miracolo medico e ha restituito una giovane donna alla sua piccola.