Da secoli ormai i nomadi del mare padroneggiano nelle acque che bagnano le coste della Malesia, delle Filippine e dell’Indonesia. Sono una delle ultime tribù rimaste sulla Terra ed essere una popolazione nomade marina vera e propria. Solo negli ultimi decenni sono stati costretti a trasferirsi sulla terra ferma, ma continuano a chiamare l’oceano la loro casa, la loro terra di origine. Alcuni uomini di questa tribù continuano a navigare nelle acque dell’oceano usando delle imbarcazioni che chiamano “lepa lepa”, confermando quanto può essere difficile allontanarsi dalle abitudini tradizionali.

Sono apneisti esperti, raggiungono profondità per noi inimmaginabili (20m in profondità) e praticano la pesca con strumenti elementari, la loro prima fonte di sostentamento.

Darwin e gli uomini del mare

Oltre ad essere conosciuti per la loro particolare costumanza, i Bajau, diventeranno a breve famosi per un altro fatto che da poco è stato chiarito grazie ad uno studio portato avanti dalla University of Copenhagen. Forniscono un esempio, raro, di selezione naturale che agisce sull’uomo. La loro milza è la prova. Quest’organo è infatti molto sviluppato, rispetto ai Saluan, popolazione che vive poco distante dai Bajau, è più grande del 50%. Avere una milza grande è un vantaggio per chi vive immerso nell’acqua per la maggior parte della giornata.

La fisiologia ci aiuta a capire perché. Quando siamo in apnea e non possiamo respirare, si manifesta un fenomeno chiamato “riflesso d’immersione”. Quello che succede è che si presenta un calo della frequenza cardiaca e i vasi sanguigni si restringono. La milza si contrae e cerca di rilasciare più globuli rossi, rendendo al sangue l’ossigeno che non può acquisire tramite la respirazione.

Più è grande l’organo maggiore sarà la quantità di globuli rossi, quindi di ossigeno, a disposizione e di conseguenza maggiore il tempo che si può trascorrere in apnea. Non si tratta di un semplice adattamento, la milza di grosse dimensioni la possiedono anche i Bajau che non praticano l’apnea, i nomadi del mare hanno una predisposizione genetica che consente loro di trattenere il fiato a lungo.

Il gene responsabile è PDE10A. Controlla direttamente l’ormone tiroideo T4, collegato a sua volta alle dimensioni della milza. Questo gene porta il simbolo dell’evoluzione, le impronte delle teorie darwiniane, che ancora una volta hanno trovato conferma in natura.