Marilina Piccirillo, oncologa ricercatrice dell’Istituto tumori di Napoli ha ottenuto un importante riconoscimento in Canada, legato alle sue ricerche sul cancro causato dall'amianto. Una grande soddisfazione per la studiosa italiana e per tutto il nostro Paese, che continuamente "sforna" scienziati impegnati in ogni campo della ricerca. L'oncologa si dichiara felice per il riconoscimento ottenuto grazie agli studi condotti presso il reparto sperimentale dell’Istituto Pascale di Napoli. Il premio, concernente la ricerca sui farmaci contro il cancro, è stato elargito dal CCTG, il Centro Trials canadese in merito agli studi sugli effetti di un farmaco per terapie immunologiche, il pembrolizumab.

Il farmaco è stato testato sul mesotelioma pleurico, che è il cancro dei tessuti di rivestimento polmonari e della gabbia toracica, che nella quasi totalità dei casi è innescato dall'esposizione all'amianto.

I numeri del mesotelioma

Sono 2700 i casi di mesotelioma in malati nel nostro Paese, di cui un terzo è rappresentato da individui di sesso maschile. L'importanza degli studi della d.ssa Piccirillo si evince dalla decisione di un'istituzione canadese di premiare un centro ricerche ed un ricercatore straniero. Lo studio, oltre a dimostrarsi estremamente attendibile, ha bruciato le tappe: doveva concludersi nell'arco di due anni mentre i risultati sono arrivati entro un anno ed ha coinvolto 11 reparti oncologici italiani e 60 casi di mesotelioma pleurico.

Lo scopo era capire se il pembrolizumab fosse in grado di bloccare l'avanzamento del tumore. Per ora i risultati definitivi non sono ancora in fare di pubblicazione ma l'oncologa anticipa che sono molto favorevoli i dati emersi dall'uso combinato del farmaco e della chemioterapia. Lo studio infatti ha diviso il campione di pazienti in un gruppo trattato solo con pembrolizumab, un secondo a cui è stato somministrato il farmaco in concomitanza di una cura chemioterapica ed un terzo trattato solo con chemio standard.

Farmaco e chemioterapia

Sembra che a rispondere meglio alla malattia sia stato il gruppo trattato con l'associazione i farmaco e chemio, mentre le altre due modalità di cura sono ancora in fase di sperimentazione. In pochissimi casi la malattia è andata avanti e ora si cerca la correlazione tra il dosaggio e le aspettative di sopravvivenza nei pazienti trattati.

Il farmaco studiato ha un'azione particolare: viene definito inibitore di check point immunitario, ovvero non aggredisce direttamente le cellule tumorali ma attiva i linfociti T al riconoscimento e alla distruzione delle stesse. Finora era stato usato contro il carcinoma polmonare ma mai per il mesotelioma, che, essendo una forma piuttosto rara di cancro, non ha all'attivo molte terapie per contrastarla, anche a causa del basso numero di pazienti da poter usare come campioni per la ricerca.